Cgil, Cisl e Uil attaccano l’Azienda ospedaliera, che non ha ancora risolto diversi problemi. Si teme per la sicurezza di mamme e bambini.
Continua il grido d’allarme dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno riunito in assemblea ieri il personale sanitario dell’area materno-infantile che lavora nell’Azienda ospedaliera di Padova. «In tutto mancano 40 persone tra infermieri e operatori socio-sanitari – denuncia Alessandra Stivali di Cgil –. Come può l’Azienda procedere a una riorganizzazione se non ha nemmeno la certezza di avere personale sufficiente? Da mesi facciamo presente che la situazione è critica, ma la direzione non ci ascolta».
Il reparto che soffre di più è quello di Patologia neonatale, dove su 35 posti letto solo 27 sono aperti, e il motivo sembra essere proprio l’insufficienza di infermieri che possano seguire i piccoli pazienti. «Siamo stanchi di sentire parlare di riorganizzazione come modo per sopperire alla mancanza di personale – sottolinea Luigi Spada di Uil –. Prima facciamo arrivare infermieri, operatori e medici in numero sufficiente a tenere aperti i reparti e poi possiamo parlare di riorganizzazione».
Da settembre i parti a Padova stanno aumentando. Con l’arrivo di casi problematici dai reparti pediatrici chiusi, come Camposampiero (si è insediato il nuovo primario, ma secondo i sindacati non lavora ancora a pieno regime) o Piove di Sacco, ma da tutto il Veneto e da fuori regione, si teme per la sicurezza di mamme e bambini. «Pensiamo a una cosa molto semplice – spiega Antonio Corbo, infermiere in Patologia neonatale –. Solo in Patologia neonatale mancano 25 infermieri e operatori. I turni sono massacranti e ci troviamo in un reparto altamente specializzato. Temiamo che possa verificarsi l’errore umano dovuto alla stanchezza o alla pressione. Non possiamo permetterlo, non possiamo mettere in pericolo i pazienti. Senza contare che serve una preparazione specifica: non si può pensare di mandare in patologia neonatale infermieri da altri reparti. Quello che sta facendo l’Azienda è umiliare la professionalità dei singoli».
Da parte dei sindacati c’è una chiusura totale alla riorganizzazione prevista dall’Azienda ospedaliera. Ci sono altre due questioni aperte da qualche mese, che ancora non si sono risolte. «Non ci sono sufficienti lenzuola – riferisce Luigi Zuin di Uil –. La lavanderia non è in grado di garantire il ricambio necessario. È una situazione ridicola: abbiamo pazienti che non possono alzarsi dal letto e vanno cambiati stesi. Come è possibile non avere lenzuola pulite? Qualche mese fa uno dei dipendenti della Cipelli, che si occupa della distribuzione, è stato licenziato per una riduzione del personale. È forse un servizio di eccellenza questo?».
In sospeso anche la questione dell’acqua: non viene più distribuita la bottiglia da un litro e mezzo ma una da un litro. Questo a seguito dell’ultimo appalto di Azienda Zero, ma la direzione aveva assicurato che l’Azienda avrebbe provveduto a trovare i fondi per far sì che i pazienti tornassero ad avere sul comodino la bottiglia da un litro e mezzo. Non è stato così.
Redazione Nurse Times
Fonte: Corriere del Veneto
Lascia un commento