Il GUP Janos Barlotti condanna in rito abbreviato un 34enne per abusi sessuali su quattro giovani pazienti in una clinica convenzionata
Il 18 aprile 2025, il GUP Janos Barlotti del Tribunale di Ravenna ha inflitto otto anni di reclusione a un infermiere 34enne, ex dipendente della clinica convenzionata Villa Azzurra di Riolo Terme, per abusi sessuali commessi tra novembre 2022 e gennaio 2023 ai danni di quattro pazienti fragili, poco più che ventenni.
Alla pena detentiva si aggiungono l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sospensione dall’esercizio della professione infermieristica per tre anni.
Due delle vittime – costituite parte civile – hanno già ottenuto provvisionali e accordi risarcitori, mentre la clinica ha avviato un fascicolo disciplinare interno.
Dettagli della sentenza
Il GUP Barlotti ha concluso l’udienza preliminare con rito abbreviato confermando la richiesta della Procura e applicando la pena di otto anni di carcere al 34enne infermiere.
Il reato contestato è l’abuso sessuale continuato, aggravato dalla condizione di fragilità delle quattro pazienti e dal ruolo professionale dell’imputato all’interno della clinica psichiatrica convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale.
Misure accessorie e risarcimenti
Oltre alla pena detentiva, è stata disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sospensione dall’esercizio della professione infermieristica per tre anni.
Due delle giovani vittime si sono costituite parte civile: alla prima, assistita dall’avv. Maddalena Introna, sono stati assegnati 17 000 € di provvisionale immediatamente esecutiva; l’altra ha ritirato la costituzione dopo un accordo risarcitorio.
Il gruppo societario proprietario della clinica ha anch’esso avanzato istanza di risarcimento, riconosciuta in sede civile.
Indagini e svolgimento processuale
Le indagini, avviate dopo il racconto di una delle vittime, sono state condotte dai Carabinieri della Compagnia di Ravenna sotto il coordinamento del PM Stefano Stargiotti.
L’infermiere era stato arrestato in flagranza e inizialmente posto in custodia cautelare in carcere; successivamente, il Tribunale del Riesame lo ha rimesso agli arresti domiciliari, riconoscendo l’avvio di un percorso terapeutico e le sue dimissioni spontanee dalla struttura sanitaria .
Perizia e dibattito in aula
Una perizia psichiatrica ha evidenziato tratti di immaturità psico‑affettiva e borderline, ma ha confermato la piena capacità di intendere e volere dell’imputato, rendendolo pienamente processabile.
La difesa, rappresentata dall’avv. Rita Nanetti, aveva puntato sulla presunta consensualità dei rapporti e sulle condizioni psicologiche dell’infermiere, tentando invano di ottenere l’assoluzione.
Il procedimento disciplinare avviato dal’Opi di Bologna potrà sfociare in una radiazione dall’albo professionale, ulteriore misura a tutela della sicurezza dei pazienti in strutture convenzionate.
Redazione NurseTimes
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