Nursing Up, De Palma: «I farmacisti possono vaccinare dopo un mero corso on line e addirittura raccogliere il consenso informato. Ci saremmo aspettati da tempo una ferma presa di posizione da parte della FNOPI»
“Seguiamo con attenzione la notizia che la FNOPI, Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche, ha deciso di impugnare la ormai “celebre” Delibera n. 305/2021 della Regione Veneto, mostrando quindi finalmente, come noi avevamo chiesto pubblicamente che accadesse, profondo dissenso nei confronti di un progetto, come quello del Governatore Zaia, che prevede la creazione, come li definisce non a torto la stessa FNOPI, di “super Oss””. Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
“Parliamo di Operatori Socio Sanitari che, negli obiettivi assai poco condivisibili del Governatore, dovrebbero sopperire alla cronica carenza di infermieri con un semplice corso di 300 ore e che quindi dovrebbero svolgere parte delle medesime funzioni infermieristiche senza essere in alcun modo qualificati per farlo. Lo abbiamo ribadito a gran voce, abbiamo “urlato” la nostra contrarietà alla Delibera, evidenziando come si tratterebbe dell’ennesimo durissimo colpo inferto alla qualità di un Sistema Sanitario già traballante e che inoltre potrebbe lasciare “strascichi” pericolosi, aprendo la strada alla possibilità che altre Regioni, nelle medesime condizioni di carenza di personale, seguano lo stesso “improvvido” esempio”.
“Certo è che, dove la politica fallisce la parola adesso passa alla magistratura. Noi ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso e che blocchi sul nascere questo paradossale ed infelice provvedimento regionale, che nè l’organizzazione sanitaria, nè soprattutto i malati, possono permettersi di tollerare”.
“Continueremo, continua De Palma, a combattere ogni giorno come sindacato degli infermieri, per far capire ad una certa politica, quella che incede con i paraocchi e che agisce in modo così superficiale, che solo ripartendo dalla valorizzazione della professione infermieristica, e non certo creando figure di supporto che svolgono funzioni per le quali non possiedono le giuste competenze, ci avvicineremo all’obiettivo. Gli infermieri devono e possono essere il perno di questo fondamentale cambiamento, con i pazienti, i nostri cittadini, come obiettivo principale di un sistema universale ed affidabile, incentrato su professionalità degne di tal nome”.
“In tutto questo non possiamo negare che ci aspettavamo una ferma presa di posizione da parte della FNOPI anche sull’articolo 20 del DL Sostegni, nello specifico alla lettera H, laddove incomprensibilmente si consente oggi ai farmacisti di somministrare i vaccini dopo un mero corso on line”.
“Addirittura, se si legge l’accordo quadro tra Governo, Regioni e Federfarma, con una bacchetta magica i farmacisti possono addirittura raccogliere il consenso informato e, udite udite, in caso di reazioni avverse chiamano il 118 e si attivano immediatamente con il necessario supporto, fino a somministrare adrenalina, nei casi necessari e per via intramuscolare”.
Praticamente per i farmacisti è bastato fare quello che noi indichiamo da tempo per gli infermieri: un protocollo
“Praticamente per i farmacisti è bastato fare quello che noi indichiamo da tempo per gli infermieri: un protocollo. Eppure la somministrazione intramuscolare è materia infermieristica per eccellenza. Insomma per abilitare i farmacisti a svolgere in autonomia i vaccini è bastato un protocollo che, in un colpo solo, ha consentito di superare la questione tanto importante e delicata del consenso informato, della idoneità al vaccino e dell’osservazione post somministrazione del prodotto, fino a ieri da taluni ritenuta (evidentemente impropriamente) ad appannaggio esclusivo dei medici. Ci chiediamo perchè questo non è stato fatto, ancor più oggettivamente, con gli infermieri che partono dall’essere i titolari della specifica attività di somministrazione, e di un’azione professionale sottesa da programmi di formazione e professionalizzazione indiscutibili, che caratterizzano ogni minuto l’elevata qualificazione e qualità dei processi assistenziali di riferimento?”.
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