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Massimo Randolfi

Il Direttivo dell’Associazione Avvocatura Degli Infermieri querela la FNOPI

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Perché l’AADI parteciperà al FLASH MOB del 15 giugno 2020
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Riportiamo di seguito l’articolo riguardante la manifestazione a Piazza del Popolo dell’undici aprile, avvenuta sotto l’egida dell’Associazione “Sana e robusta costituzione”, dove partecipavano anche alcuni infermieri associati all’A.A.D.I., per contestare l’art. 4 del D.L. n. 44/2021. L’articolo è stato scritto e pubblicato da A.A.D.I..

AADI QUERELA FNOPI – INIZIA LA CACCIA ALLE STREGHE E SI PREPARANO I ROGHI DI PIAZZA

Oggi pomeriggio, appena terminata la manifestazione a Piazza del Popolo sotto l’egida dell’Associazione “Sana e robusta costituzione”, dove partecipavano anche alcuni infermieri associati all’A.A.D.I., per contestare e spiegare, tramite liberi interventi sul palco, i motivi legali e scientifici che rendono incostituzionale l’art. 4 del D.L. n. 44/2021, si è riunito il Direttivo dell’Associazione Avvocatura Degli Infermieri per preparare la querela contro la FNOPI.

Durante la manifestazione è stata spiegato e prodotto il Rapporto ISS COVID-19 n. 4/2021 del Ministero della Salute che manifesta serie perplessità sull’efficacia vaccinale e, cosa fondamentale, afferma che il vaccinato continua a trasmettere il virus nonostante il secondo richiamo, senza contare che non vi è sicurezza sulla copertura totale del vaccino (c.d. fallimento vaccinale affrontato dallo stesso Rapporto).

La ratio legis dell’art. 4 del D.L. n. 44/2021 si fonda sul presupposto che il sanitario vaccinato non sia più in grado di trasmettere il virus ai pazienti e, perciò, tale presupposto legislativo, alla luce del suesposto Rapporto, si palesa in contraddizione con le evidenze scientifiche evidenziate dal comitato scientifico ministeriale.

La manifestazione è stata, quindi, utile per incontrare i sanitari che sollevano dubbi sull’obbligo vaccinale e sull’efficacia e la sicurezza del vaccino, anche in considerazione dei sempre più numerosi eventi avversi, anche infausti, subiti a ridosso del vaccino. 

Pertanto, si è convenuto, per chi intenda procedere contro l’art. 4 del D.L. n. 44/2021, di rifiutare la vaccinazione e, nelle more dei provvedimenti demansionanti o sospensivi datoriali pervisti dal decreto, di adire il giudice del lavoro, chiedendo, all’uopo, il rinvio alla Corte costituzionale per gli evidenti conflitti sopra eccepiti.

La manifestazione in parola è stata regolarmente autorizzata da Roma Capitale e dalla Questura, videotrasmessa in diretta da SKYTG24, in presenza di numerose forze di polizia stazionanti nei pressi della manifestazione e si è svolta del tutto pacificamente.

La Federazione degli Ordini Professionali degli Infermieri (d’ora in poi FNOPI), ente di diritto pubblico, rappresentato legalmente dalla Presidente dott.ssa Barbara Mangiacavalli, ha diffuso un comunicato inerente tale manifestazione, che è oggetto di querela per le minacce proferite da chi dovrebbe difenderci e non perseguitarci.

Nel comunicato FNOPI, riportato anche sulla rivista infermieristica Nursetimes, si stigmatizza la manifestazione e si proferiscono minacce su presupposti pseudoscientifici del tutto fuorvianti, non veri e precisamente:

– “Gli infermieri sono dalla parte della scienza e supportano l’adesione consapevole alla vaccinazione”. La scienza afferma che non ci sono prove scientifiche sull’efficacia vaccinale e sulle conseguenze degli effetti del mRNA sull’uomo. Come chiaramente affermato nel Rapporto ministeriale, il vaccino non protegge chi viene a contatto con il vaccinato né protegge al 100% lo stesso vaccinato. Quindi la FNOPI propugna visioni del tutto personali e antiscientifiche sul vaccino anti COVID;

– “La FNOPI rifiuta e stigmatizza l’immagine data alla manifestazione … gli infermieri presenti al raduno dovranno renderne conto agli Ordini Professionali … ai quali la federazione darà tutto il supporto necessario per operare con il massimo rigore”. Minacciare provvedimenti disciplinari nei confronti di chi manifesta liberamente e rispetta la legge sui raduni autorizzati, commette reato in quanto si pretende di imporre la  propria arbitraria visione, addirittura errata alla luce delle informazioni succitate, su una questione dibattuta, paventando punizioni e pregiudizi professionali e patrimoniali (sospensione e radiazione dall’esercizio della professione) contro coloro che non hanno fatto altro che manifestare liberamente il proprio pensiero, creando libero comitati ed associazioni professionali e culturali, del tutto legittimi e legali, dedicate allo studio della materia attualmente dibattuta. 

L’abuso di potere e la coercizione psicologica realizzata mediante ingiusta minaccia, nei riguardi di chi, esercitando la libertà costituzionale di riunirsi pacificamente e di manifestare il proprio libero pensiero nei limiti della continenza e della verità, non possono essere tollerate soprattutto se provengono da una istituzione pubblica come la FNOPI che ha, invece, il dovere di promuovere la critica e il confronto professionale e scientifico e proteggere la libertà di pensiero quando la materia è ancora dibattuta e non vi sono certezze scientifiche.

Ricordiamo alla spettabile FNOPI che: “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica” (art. 17 Cost.). 

Gli infermieri si sono radunati senza armi, con le dovute autorizzazioni e pacificamente.

Nessuna censura può essere mossa perché nessuna norma permette alla FNOPI di creare regole superiori alla Carta costituzionale o di derogare ai principi fissati dai Padri costituzionalisti, anche secondo il brocardo: sine pena sine lege.

Uniformare la collettività pensante all’unico modello ideologico imposto dalla FNOPI è squadrismo. 

Le intimidazioni e le punizioni bulgare minacciate, nonostante le sanzioni ordinistiche siano tassativamente previste dalla legge per specifiche infrazioni, tra i quali non rientra certamente la libertà di pensiero, non sono lecite e devono essere perseguite.   

Ora la parola alla Procura della Repubblica! 

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