La presidente della Federazione nazionale Collegi Ipasvi punta il dito contro il Parlamento che ha accolto un emendamento con il quale si prevede un’implementazione economica solo per la dirigenza medico e sanitaria e non per tutto il comparto (infermieri compresi). Né l’approvazione del Ddl Lorenzin potrà mitigare la delusione
ROMA – Il Parlamento ha dimenticato i 447mila infermieri italiani. Il regalo di Natale al contrario spunta da un emendamento che implementa, si pure per il prossimo contratto, le risorse solo per la dirigenza medico e sanitaria e non tutto il comparto.
Detto in altri termini, gli infermieri sono stati tagliati fuori facendo arrabbiare la presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli. L’implementazione economica per tutto il comparto delle professioni sanitarie, evidenzia la presidente, costerebbe poche migliaia di euro e non milioni; invece gli infermieri, da questa legge di bilancio, “rimangono con un pugno di mosche in mano” per dirla con le parole della Mangiacavalli.
Con tanto di stoccata al mondo politico: “Dovranno rendere conto di questa decisione al momento del redde rationem” che poi sono le elezioni del prossimo mese di marzo. E sul nuovo contratto la Mangiacavalli è netta nella bocciatura: “E’ irricevibile” la proposta di parte pubblica sul nuovo orario di lavoro, sollecita una diversa considerazione anche per gli attuali coordinatori, pressoché ignorati dalle prime bozze del nuovo accordo. La proposta sulla funzione organizzativa-gestionale non coglie l’importanza strategica per il funzionamento delle Aziende sanitarie della funzione di coordinatore infermieristico sempre più rilevante sia nella nuova organizzazione del lavoro degli ospedali per complessità di cure, negli ospedali di comunità a gestione infermieristica e nelle strutture distrettuali e nelle cure primarie. Sono argomenti che un contratto dignitoso dovrebbe affrontare e risolvere, ma stiamo parlando di qualcosa che per essere conclusa deve far arrampicare sugli specchi parte pubblica e sindacati” commenta ancora la presidente della Federazione Ipasvi.
Che sottolinea la necessità di tutelare la dignità economica degli infermieri prevedendo indennità di incarico degne di professionisti che hanno la responsabilità dell’organizzazione dell’assistenza, così come criteri di valutazione che aprano le porte ai compensi per le performance: “Non è possibile prevedere che ogni tre – cinque anni si debba ripetere la selezione per l’incarico: a valutazione positiva deve esserci la sua conferma: come già avviene in alcune regioni ma soprattutto nella dirigenza, l’incarico non può essere soggetto ad un nuovo bando se la valutazione è positiva, sarebbe destabilizzante”.
Solo l’approvazione del disegno di legge Lorenzin che trasformerà i Collegi in Ordini professionali, potrebbe mitigare in minima parte la delusione per quella legge di bilancio che ha tagliato fuori gli infermieri.
Salvatore Petrarolo
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