“La manifestazione di Foggia, che ha visto la partecipazione di centinaia di colleghe e colleghi, è una forte e sincera testimonianza di solidarietà di una intera categoria professionale verso i colleghi aggrediti vigliaccamente la scorsa settimana al Policlinico della città, ma anche verso tutti coloro che ogni giorno, negli ospedali di tutta Italia, sono il bersaglio di una rabbia insensata”.
Con queste parole Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, presidente nazionale Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, presidente nazionale Nursing Up, hanno commentato la manifestazione di lunedì scorso davanti al Policlinico Riuniti di Foggia, sottolineando come dalla stessa sia emerso un segnale forte e chiaro: basta con le aggressioni, basta con le condizioni di lavoro ad alto rischio psicofisico, basta con una sanità che abbandona al proprio destino pazienti e sanitari.
“Per questo motivo la nostra azione non si ferma a Foggia, ma prosegue nell’immediato – hanno annunciato Di Silverio, Quici e De Palma -. Il 20 novembre scenderemo di nuovo in piazza a Roma per denunciare le condizioni in cui lavorano migliaia di professionisti sanitari, invitando tutte le forze sociali alla condivisione di idee e proposte. I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri e le professioni sanitarie ex Legge 43/2006 vogliono risposte, vogliono tornare a essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”.
E ancora: “Non possiamo restare immobili di fronte allo sgretolamento del sistema di cure pubbliche e alla fuga di migliaia di colleghi. La sanità rappresenta uno dei pilastri dello stato sociale, e come tale richiede investimenti, riforme, collaborazione”.
Le richieste di Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up al Governo sono precise e inderogabili:
- Depenalizzare l’atto medico.
- Rendere gli ospedali luoghi sicuri.
- Defiscalizzare l’indennità dì specificità medica, raddoppiare quella infermieristica e sua estensione alle ostetriche.
- Aumentare le retribuzioni prevedendo finanziamenti adeguati per il rinnovo dei contratti, anche per i sanitari dell’ospedalità privata, riconoscendo e distinguendo le risorse destinate alle specificità sanitarie.
- Riformare le cure ospedaliere e quelle territoriali.
- Investire nel Ssn non solo con finanziamenti, ma anche con leggi che ne consentano il rilancio.
- Rendere appetibili le professioni sanitarie, con un piano di assunzioni che limiti il disagio.
- Adottare seri provvedimenti tesi ad arrestare l’escalation delle aggressioni nelle strutture sanitarie.
- Contrattualizzare gli specializzandi.
- Riconoscere il carattere usurante delle professioni assistenziali.
“Se le risposte si faranno attendere, proclameremo lo stato di agitazione, cui seguirà l’astensione dal lavoro nei modi e nei tempi che riterremo più opportuni”, concludono i sindacalisti.
Redazione Nurse Times
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