Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times
Giunge al nostro indirizzo mail [email protected] il lavoro di tesi del dott. Pierpaolo Cervigni dal titolo “L’aromaterapia come strumento infermieristico. Una prospettiva”, laureatosi presso l’Università Politecnica delle Marche, nell’a.a. 2017 – 2018.
…di Pierpaolo Cervigni
La Tesi riporta il risultato di una revisione della letteratura più recente riguardo l’utilizzo degli oli essenziali a fini terapeutici, ovvero la cosiddetta aromaterapia.
In particolar modo si sottolinea come questa possa essere un assoluto punto di forza fra gli strumenti di intervento infermieristico, rappresentando anzi una competenza di eccezionale importanza nelle mani dell’infermiere data la sua estrema versatilità ed efficacia nei più disparati contesti assistenziali, come dimostrato dalla vasta mole di lavori presi in considerazione.
L’aromaterapia è una disciplina afferente al grande mondo della fitoterapia: quella branca della farmacoterapia che si occupa dell’impiego, a scopo curativo, delle piante medicinali e delle preparazioni che da esse si ricavano.
All’aromaterapia viene fornito un contesto di riferimento proiettandola sullo sfondo delle CAM: le cosiddette medicine complementari ed alternative. La situazione delle CAM e il loro trend di crescita esponenziale a livello sia globale che europeo sono sottolineati riportando dati tratti da fonti ufficiali. Riguardo le CAM, già nel 2002 l’IPASVI, sottolineando la grande opportunità che esse rappresentavano per gli infermieri nel senso di un ampliamento delle possibilità di intervento infermieristico, istituiva un Percorso di alta formazione infermieristica e Cure complementari.
Le CAM, e in esse l’aromaterapia, sono poi lette ed interpretate grazie alla chiave del paradigma olistico il quale trova delle consonanze anche nella medicina ufficiale ed ortodossa grazie ad una branca medica di recente sviluppo: la psiconeuroendocrinoimmunologia.
Ancora più strettamente, la visione olistica della persona e l’approccio ad essa come unità globale, rientrano in una visione ampiamente condivisa da un gran numero di teorie del nursing. Si potrebbe affermare anzi che il nursing possiede per sua stessa natura e vocazione un’anima olistica sin dai tempi di Florence Nightingale.
I rapporti fra aromaterapia da un lato e teoria e pratica del nursing dall’altra vengono poi serrati adducendo parallelismi fra il Codice Deontologico e l’aromaterapia e, ancora, fra questa e alcune diagnosi NANDA: strumento cardine su cui si fonda l’agire infermieristico.
Nello studio si chiarisce cosa sia l’aromaterapia e gli oli essenziali usati in essa anche da un punto di vista biochimico, illustrando i vari componenti degli oli e le loro proprietà terapeutiche secondo la cosiddetta Teoria dei Gruppi Funzionali e le ricerche scientifiche condotte anche in ambito infermieristico.
L’aromaterapia moderna viene illustrata nel suo sviluppo storico sottolineando l’importanza dei suoi “padri fondatori” fra cui spicca la figura dell’infermiera Marguerite Maury.
Segue un compendio della più aggiornata letteratura scientifica sugli impieghi terapeutici degli oli essenziali legati al fatto infermieristico: all’utilizzo degli oli, per altro previsto fra gli interventi già da oltre un decennio (NIC 1330 Aromaterapia), è affiancata la tassonomia NANDA così da collegare questo prezioso strumento terapeutico con le problematiche specifiche che gli infermieri si trovano a gestire.
I più diffusi modelli disfunzionali legati sia alla sfera psichica che a quella somatica sono illustrati mostrando come il potere terapeutico degli oli essenziali potrebbe essere adeguatamente sfruttato da infermieri debitamente formati.
Gli oli essenziali possono rappresentare oggi anche un promessa per il futuro, una promessa di aiuto nell’affrontare uno dei temi più urgenti fra quelli che toccano il mondo della sanità a livello globale: le immunoresistenze. Vengono citati alcuni studi che illustrano come le arcinote potenzialità antibatteriche degli oli essenziali possano essere sfruttate nella lotta ai batteri immunoresistenti.
Un capitolo finale è dedicato all’utilizzo dell’aromaterapia non da parte degli infermieri ma sugli infermieri, con le ricerche riguardo la sperimentazione di alcuni oli su infermieri a rischio burn-out in quanto a lavoro in unità di degenza particolarmente stressogene.
In conclusione, malgrado la mole di studi esaminati appare chiaro che se la letteratura scientifica riguardante l’aromaterapia in ambito clinico è aumentata in maniera vertiginosa, rimane la necessità di condurre ulteriori studi con metodologie accurate. In questo, se gli studi necessari dovrebbero logicamente partire da indagini di tipo laboratoristico ciò non esclude che indagini cliniche su piccola scala (studi pilota), possano essere condotte direttamente da infermieri formati in aromaterapia nei loro rispettivi contesti di intervento assistenziale.
Il moltiplicarsi di questo tipo di proposte di ricerca, che qui si auspica, rappresenterebbe un notevole passo avanti per l’aromaterapia clinica da una parte e per la professione infermieristica dall’altra: ciò potrebbe dare una legittimazione ufficiale in ambito sanitario ad una disciplina che promette di diventare un tassello importante sia nella teoria che nella pratica del nursing.
Allegato
Tesi “L’aromaterapia come strumento infermieristico. Una prospettiva”
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