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Il dott. Filippo Vella laureatosi presso l’Università degli Studi di Siena presenta uno studio su pazienti affetti da Alzheimer.
Recentemente l’American Accademy of Neurology ha indicato la musicoterapia come tecnica per migliorare le attività funzionali e ridurre i disturbi del comportamento nel malato di Alzheimer. Da alcuni studi emerge che il paziente è in grado di ricordare le melodie e spesso anche le parole di motivi che sono stati la colonna sonora della sua vita. La musica può quindi essere utilizzata per riportare a galla ricordi, eventi passati e tutte le emozioni e le sensazioni legate a queste memorie.
Obiettivi dello studio
Confermare l’efficacia della musicoterapia per trattare l’Alzheimer. Studiare l’effetto della musicoterapia sui deficit cognitivi, psicologici e comportamentali dei pazienti con Alzheimer.
Popolazione soggetta allo studio
È stato selezionato un campione di convenienza di una RSA, i criteri di inclusione sono stati: presenza malattia di Alzheimer in uno stadio lieve o moderato (secondo CDR) e stato di salute generale buono, i criteri di esclusione sono stati presenza di afasia, sordità o patologie croniche degeneranti. Hanno partecipato 30 pazienti (15 Alzheimer lieve e 15 Alzheimer moderato) (18 donne e 12 uomini).
Materiali e metodi
È un disegno quasi-sperimentale, in particolare uno studio di trattamento senza gruppo di controllo. Per effettuare lo studio sono state utilizzate le scale MMSE e NPI, per valutare rispettivamente l’orientamento e i disturbi cognitivi dei pazienti sia con Alzheimer lieve che moderato, all’inizio e alla fine dello studio.
Esposizione risultati/discussione
Si è potuto registrare un costante miglioramento nelle capacità cognitive nella platea, sia in generale che con la stratificazione, cosa non necessariamente prevedibile data la natura progressiva di questa malattia. Dallo studio emerge un netto aumento dei punteggi del Mini Mental State Examination, in particolare per ciò che concerne orientamento e attenzione. Allo stesso modo si è riscontrata una decrescita dei punteggi del Neuropsychiatric Inventory in tutti i vari items.
Conclusioni
I risultati riguardo i miglioramenti riscontrati sui pazienti appoggiano le scoperte già consolidate, riportate in letteratura scientifica.
Dott. Filippo Vella
Allegato
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