Modica, Ragusa. Il piccolo Giovanni si spegne, dopo 4 anni di calvario. Ma prima di andarsene esprime un ultimo desiderio: lasciare i suoi risparmi all’ospedale per aiutare gli altri bambini malati.
Aveva solo 3 anni, il piccolo Giovanni, quando fece un volo di sei metri nel vano scala della sua abitazione di Ispica (Ragusa), cadendo rovinosamente e battendo forte la testa. Da quel momento in poi, a causa delle gravi ferite subìte, per il bimbo e per la sua famiglia è iniziato un lunghissimo calvario fatto di ricoveri, di interventi chirurgici, di viaggi della speranza, di sacrifici e di dolore. Un calvario durato 4 lunghi anni, che Giovannino ha però affrontato con grande coraggio, mostrando un carattere forte e deciso. Calvario terminato il 14 maggio 2016 quando il cuore del piccolo, a soli 7 anni di vita, ha smesso di lottare. Un grande cuore.
Sì, perché il ragazzino, malgrado la sua tenera età, sapeva benissimo a cosa andava incontro e nonostante questo il suo ultimo pensiero non è stato per sé: “Quando muoio comprate con i miei soldi un’attrezzatura per questo reparto. Servirà per gli altri bambini”, ha detto alla sua mamma e al suo papà. Lasciandoli di sasso ed in silenzio per alcuni interminabili secondi. Commossi, straziati, con un groppo in gola troppo grosso per poter parlare o respirare.
Quella che Giovanni ha lasciato al mondo prima di andarsene, è stata un’assordante testimonianza di umanità; genuina, sincera, buona e libera come solo quella di un bambino può essere. Un bambino che ha scelto, come suo ultimo desiderio, quello di lasciare i propri ‘soldini’ all’ospedale che per anni lo ha accolto e curato; in modo da aiutare altri bimbi come lui. Un desiderio che mamma Valeria e papà Salvatore hanno esaudito subito, presentandosi dal primario della divisione di Pediatria “Maggiore” di Modica, con un ‘gruzzoletto’ di circa mille euro per contribuire all’acquisto di un oscillometro (strumento utilizzato per la misurazione dell’espansibilità delle pareti arteriose di un arto).
Queste sono state le parole della sua giovane mamma: “Mio figlio pur così piccolo e nella sofferenza che ha patito ci ha dato emozioni uniche e irripetibili; oltre a una bella lezione di bontà e altruismo. In realtà il suo sogno era quello di comprare l’ospedale con i suoi risparmi. Devo dire che nella divisione di Pediatria lo hanno curato tutti, medici e infermieri, con un affetto non comune, che francamente non ho trovato in altre strutture super specializzate del Nord”.
Una vita davvero tanto, troppo breve. Ma conclusa con un gesto di estrema generosità, che rappresenta per tutti noi un’autentica lezione di vita. Piena di speranza. Grazie, piccolo Giovanni.
Fonti: tgcom24.mediaset.it, quotidiano.net, ragusa.blogsicilia.it
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