Il sindacato è pronto a scendere in campo per difendere il diritto a mangiare di chi lavora la notte.
Mensa chiusa e nessun buono pasto riconosciuto agli infermieri turnisti, che quando lavorano di notte devono organizzarsi a proprie spese per poter consumare un pasto al quale hanno invece diritto in forma gratutita. Una recente sentenza della Cassazione, per altro, ha sancito il diritto di vedersi riconosciuto l’equivalente economico del buono pasto per chi non ha avuto la possibilità di fruire della mensa la sera e nei festivi.
Un problema non da poco, che riguarda tra gli altri l’ospedale San Gerardo di Monza e all’Asst Brianza, dove gli infermieri brianzoli non riescono a usufruire della mensa, e non solo perché alle 15 il servizio chiude. E così il sindacato Nursind ha deciso di scendere in campo, anche attraverso i propri legali. La richiesta è chiara: non potendo accedere alla mensa, chi fa il turno pomeridiano (dalle 14 alle 21) o notturno (dalle 20:30 alle 7:30) deve ricevere il buono pasto.
“Il problema è anche un altro – dichiara Donato Cosi, segretario di Nursind Monza e Brianza e componente della direzione nazionale NurSind –, e cioè che, soprattutto in alcuni reparti, manca il personale. E se ci sono solo due infermieri a seguire 20 pazienti, uno non può assentarsi per andare a mangiare. Anche se è un suo diritto, visto che dopo sei ore di lavoro è prevista la pausa di mezz’ora per il pranzo. Già alcune segreterie Nursind hanno vinto questa battaglia, che riconosce ai lavoratori turnisti il diritto al buono pasto. Il buono pasto è un diritto spesso negato nelle nostre aziende, perché le mense sono chiuse la sera e nei giorni festivi. Ma la sera, la notte, a Natale, a Pasqua e a Ferragosto gli infermieri lavorano lo stesso. Eppure, ironia della sorte, non è concesso loro il diritto di mangiare”.
Nursind Lombardia sta portando avanti la battaglia per il riconoscimento del buono pasto agli infermieri turnisti h24 e h12 con turno di sette ore che non hanno fruito della mensa. “In questi due anni di pandemia – prosegue Cosi – il problema è stato particolarmente sentito dagli infermieri, ‘eroi’ lasciati a digiuno se lavorano quando la mensa è chiusa. ‘Eroi’ che per l’ennesima volta restano beffati dalla istituzioni. Siamo stanchi di questo menefreghismo nei confronti di coloro che vengono definiti ‘eroi’ dalle direzioni generali e dai politici, salvo essere poi lasciati con la pancia e il portafoglio vuoti”.
Redazione Nurse Times
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