Durante un forum organizzato a Palermo dall’agenzia Italpress, i presidenti dei rispettivi Ordini professionali hanno espresso grande preoccupazione per le conseguenze della carenza di personale.
«Siamo preoccupati per il definanziamento della spesa pubblica, per l’assenza dei livelli essenziali di assistenza, rimasti finora sulla carta, e per il blocco dei concorsi, problema particolarmente sentito in Sicilia. I medici sono sempre più a rischio burnout per via dei turni di guardia stressanti. L’assenza di medici specialisti, particolarmente sentito ad esempio per gli anestesisti, è un problema molto serio, che non ci consente di assicurare un’assistenza accettabile ai pazienti». Parola di Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo.
Ma il problema della carenza di personale in Sicilia riguarda anche gli infermieri, come spiega Francesco Gargano (foto), presidente di Opi Palermo: «Con i parametri attuali gli infermieri non sono in grado di assicurare un’assistenza dignitosa ai malati, che sempre più spesso sono pazienti con pluripatologie e di età avanzata. C’è uno studio scientifico che evidenzia come il rapporto ideale tra infermiere e paziente dovrebbe essere oggi di uno a sei. Non pretendiamo tanto, ma auspichiamo che tale rapporto sia di almeno uno a otto. Invece ci sono strutture sanitarie in Sicilia dove si arriva anche a un infermiere ogni 21 pazienti, e un infermiere ogni 18 pazienti è molto diffuso. Questo è inaccettabile. Un infermiere in meno aumenta del 20% il rischio mortalità del paziente. Gli ultimi concorsi sono stati banditi nel 2009. Ne abbiamo parlato con l’assessore regionale che naturalmente non può far altro che allargare le braccia, perché obbligato a rispettare i tetti di spesa».
Redazione Nurse Times
Fonte: Italpress
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