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Verona, bimba di genitori no vax colpita dal tetano: è in condizioni critiche

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Verona, bimba di genitori no vax colpita dal tetano: è in condizioni critiche
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La piccola, 10 anni, non ha ricevuto nessuna delle profilassi previste dalla legge. Ora rischia la vita.

Maria – chiamiamola così – è ricoverata da una settimana all’ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento (Verona). Padiglione 30, Terapia intensiva pediatrica, piano interrato. Si scendono le scale e si arriva davanti al reparto che nel lato sinistro ospita i neonati chiusi nelle incubatrici. Oltre la porta di destra, invece, cura i più grandi. Tra questi c’è la bimba di 10 anni di Povegliano che lotta disperata da giorni contro il tetano. Nessun vaccino, i genitori non hanno fatto alcuna profilassi né a lei né alla sorella più piccola per nessuna delle patologie per le quali la legge impone di “coprire” fin dalla nascita i figli.

Per Maria la scelta no vax di mamma e papa è stata fatale: s’è sbucciata un ginocchio, è partita l’infezione, il batterio è entrato in circolo e, da quando martedì scorso è stata ricoverata, piano piano le ha tolto le principali funzioni vitali, riducendola in condizioni disperate. La bimba è intubata, sedata ed è via via peggiorata: non è più in grado di respirare da sola, non è cosciente, drenaggi ovunque e macchine sempre in funzione stanno lavorando per salvarla. Nella sala d’attesa della Tip (Terapia intensiva pediatrica) si riposano le mamme che assistono i loro piccoli. Escono pochi minuti dal reparto metaforicamente a prendere aria – lì sotto non c’è – e lasciando le loro creature alle cure delle infermiere.

«Stanno cambiando la flebo – diceva ieri una – e ne approfitto per fare due passi qui». E parlando di Maria: «È assurdo come in poco tempo il tetano l’abbia ridotta. Io l’ho vista entrare in reparto sulle sue gambe, la settimana scorsa. Aveva un cerotto sul ginocchio, ma era in piedi, camminava da sola, stava bene. Sapere adesso che è stesa su quel letto in condizioni così gravi fa tanto, tanto male. E fa pensare. Mi auguro che lo facciano tutti quelli che, in tutta questa vicenda, hanno delle responsabilità oggettive».

E poi un’altra mamma: «Ognuno dei bambini qui è ricoverato nella propria stanza, quindi nessuno sa più di tanto come sta il cucciolo della porta accanto. È ovvio, tra genitori ci scambiamo qualche parola, ma non si può fare con tutti: li vedi subito, quelli che hanno i figli in condizioni gravi, capisci che non hanno voglia di niente e non ha senso dire nulla. La mamma e il papà di Maria sono gentilissimi, ma non si staccano mai dal suo letto. Di sicuro siamo tutti con il fiato sospeso, speriamo ce la faccia, speriamo che qualcuno guardi in giù».

Storie di dolore che si intrecciano, nella speranza che Maria riesca a svegliarsi e a vincere la sua battaglia più dura. L’Azienda ospedaliera non si sbilancia, il silenzio stampa è la parola d’ordine per tutti. Bocche cucite sul caso anche da Venezia: l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, fa sapere che preferisce non rilasciare dichiarazioni. Intanto, ci pensa la Procura a fare il suo dovere. La vicenda di Maria è finita in tribunale: l’autorità giudiziaria sta cercando di verificare se ci siano responsabilità penali legate alla mancata vaccinazione della bambina.

Le carte sono sul tavolo del procuratore capo Angela Barbaglio, che, pur invitando alla prudenza in attesa di conoscere gli sviluppi dello stato di salute della piccola, fa intendere che è stata scritta una notizia di reato a carico dei genitori. «Bisogna stare attenti a misurare ogni movimento, con la massima comprensione per il profilo umano – puntualizza –. D’altra parte è chiaro che un caso del genere non può passare inosservato: si tratta di una vaccinazione obbligatoria, prevista dalla nostra legislazione». La Legge 115 del 2017 prevede, per i genitori inadempienti, “una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro e l’accesso vietato alle scuole per l’infanzia incluse quelle private non paritarie”. La mamma e il papa di Maria rischiano di essere indagati per lesioni, al momento. C’è da sperare che il “regalo” fatto alla loro piccola, in attesa di capire come evolverà il quadro clinico, non costi di più.

Redazione Nurse Times

Fonte: L’Arena

 

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