Stipendio da favola e tanto tempo libero a disposizione. Così la terra dei canguri prova a reclutare i medici britannici. E la carenza di personale nel Regno Unito rischia di aggravarsi.
L’Australia attira i giovani medici britannici con offerte di lavoro estremamente vantaggiose, ma che potrebbero mandare ulteriormente in affanno il Sistema sanitario inglese. Ha fatto infatti notizia il Blugibbon Medical Recruitment australiano, che ha pubblicato un annuncio per un lavoro con un guadagno di quasi 130.000 sterline all’anno e 20 giorni di riposo al mese. L’annuncio è apparso anche sul sito web per le carriere del British Medical Journal (BMJ).
Si cercano medici, recita l’annuncio, con esperienza in pronto soccorso e si offrono oltre 1.000 sterline a turno. Inoltre il lavoro richiede solo 10 turni al mese e include un appartamento ammobiliato con due camere da letto, un’auto e un bonus di fino a 10.000 sterline dopo un anno di lavoro. L’annuncio evidenzia che lo stipendio collocherebbe i candidati prescelti nel 5% dei migliori guadagni australiani.
Questa opportunità di lavoro arriva dopo che migliaia di giovani medici del Servizio sanitario britannico hanno fatto sciopero per rivendicare il ripristino della retribuzione. Molti medici stanno abbandonando l’Inghilterra per lavorare all’estero per ottenere un lavoro meglio retribuito e migliori condizioni.
L’offerta è rivolta a “una coppia o due amici” che hanno lavorato per almeno quattro anni, inclusi quelli nel pronto soccorso, dopo la laurea in medicina. Il lavoro richiede solo cinque turni notturni consecutivi due volte al mese, lasciando il resto del tempo libero per “viaggiare o godersi una delle città più vivibili (e convenienti) del mondo”.
L’offerta può sembrare allettante per i medici stanchi della sanità britannica, ma l’ex medico Adam Kay ha descritto l’annuncio come “deprimente” e ha invitato il Governo a risolvere i problemi di retribuzione dei giovani medici o rischiare di perderli. Anche se il reclutamento di medici dal Regno Unito all’estero potrebbe alleviare la pressione sul Sistema sanitario britannico nel breve periodo, questo potrebbe comportare un’ulteriore carenza di medici a lungo termine.
Redazione Nurse Times
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