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Media digitali e salute dei bambini: rischi ma anche opportunità. “Non demonizzare ma limitare, bilanciando con sport e hobby”

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Le ultime evidenze scientifiche, discusse al 37° Congresso nazionale ACP, aiutano a comprendere le traiettorie evolutive e la psicopatologia legate all’uso del digitale, ormai imprenscindibile.

“L’utilizzo dei media digitali è ormai un elemento imprescindibile nella vita quotidiana. Oltre a rappresentare una fonte immediata di informazioni, questi strumenti accompagnano il tempo libero, facilitano le relazioni sociali e risultano utili in numerosi contesti della nostra esistenza. Tuttavia, un impiego eccessivo può avere conseguenze significative, incidendo sia sulla salute mentale che sullo sviluppo dei più giovani”. Così Stefania Millepiedi, vicepresidente della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia) e responsabile Unità funzionale di Salute mentale, infanzia e adolescenza presso la Asl Toscana Nord Ovest, ha aperto i lavori sul tema al 37° Congresso nazionale ACP: “ACP NEXT: c’è ancora domani” (Jesolo, 19-20 settembre).

Secondo un recente rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (2023-2025), condotto su studenti italiani tra gli 11 e i 17 anni, l’uso intensivo dei social media e di Internet è associato a un aumento di ansia sociale, depressione, disturbi del sonno e stili di vita poco salutari. I dati evidenziano inoltre una tendenza al ritiro sociale e una compromissione della qualità e quantità del riposo notturno. La sovraesposizione ai media digitali è inoltre correlata a problematiche psicologiche complesse quali ad esempio i disturbi alimentari, fino a vere e proprie forme di dipendenza. A livello neurobiologico, queste dinamiche sono legate a una iperattivazione dei sistemi dello stress (cortisolo) e della gratificazione (dopamina).

Gli effetti negativi emergono anche nei più piccoli: studi scientifici hanno riscontrato un legame tra uso eccessivo di smartphone e tablet nei primi anni di vita e ritardi nello sviluppo del linguaggio, con una riduzione delle interazioni genitori-figli e della ricchezza del vocabolario. Altri lavori evidenziano difficoltà di attenzione e cali nel rendimento scolastico, con un incremento del rischio di sviluppare sintomi di ADHD.

Accanto ai rischi, però, è importante sottolineare anche i potenziali benefici: “Se utilizzate in modo consapevole, le tecnologie digitali possono favorire l’apprendimento, la motivazione, lo sviluppo di competenze di problem solving e persino supportare la riabilitazione cognitiva o l’inclusione scolastica. Realtà virtuale e aumentata, ad esempio, aprono scenari innovativi in termini di stimolazione e crescita personale”, continua Millepiedi.

Quindi, che fare? Il quadro resta complesso e necessita di ulteriori approfondimenti. Ciò che appare ormai chiaro è l’importanza di un’educazione all’uso consapevole dei media digitali. “Informazione, monitoraggio, limiti ragionevoli, dialogo tra genitori e figli e strumenti di sicurezza (come filtri di privacy e parental control) costituiscono le strategie più efficaci per prevenire i rischi e approfittare delle opportunità di mezzi che, come detto, sono ad ogni modo imprenscindibili per la nostra vita e quella dei bambini”, spiega Millepiedi. Parallelamente, promuovere ancor di più attività alternative come sport, hobby e spazi di socializzazione rappresenta un investimento fondamentale per equilibrare l’uso del digitale e garantire il benessere delle nuove generazioni”.

Naturalmente, nei casi in cui l’uso dei social media evolva verso una dipendenza, è essenziale rivolgersi tempestivamente a specialisti esperti in grado di valutare la situazione e proporre percorsi di diagnosi e trattamento adeguati. “Un uso equilibrato, informato e consapevole delle tecnologie digitali non è solo una responsabilità individuale, ma una sfida collettiva che riguarda l’intera comunità”, ha concluso Millepiedi.

Redazione Nurse Times

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