“È una vergogna che anche quest’anno, come ogni anno, anziché dare atto alle Asst, alle organizzazioni sindacali e, mi si permetta, anche al Consiglio regionale, che ha approvato una legge apposita, la Giunta regionale, e soprattutto l’assessore Romano La Russa, usi la Giornata della sicurezza degli operatori sanitari per farsi la propria propaganda elettorale. È una cosa che fa rabbia, perché intanto, sempre più spesso, medici e infermieri rischiano e prendono botte e insulti”. Così Carmela Rozza, consigliera regionale (Pd) della Lombardia, che propose e lavorò alla legge regionale sulla sicurezza degli operatori sociosanitari, approvata nel 2021.
Aggiunge Rozza: “Se ci sono stati ei risultati nell’implementazione delle misure a difesa degli operatori, e ci sono state, è merito del tavolo tecnico, previsto dalla legge regionale entrata in vigore nel 2021, in cui le aziende, i sindacati e la direzione generale Welfare, alla luce delle criticità, definiscono il documento di indirizzo sulla prevenzione e gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari. Documento che la Giunta è obbligata ad applicare. Una legge che conosco bene, perché porta la mia firma. Non riconoscere e non valorizzare il lavoro che viene fatto dalle aziende e dai sindacati in quell’organismo è grave perché, oltretutto, fa sentire isolati i professionisti”.
Sempre Rozza: “Medici e infermieri, soprattutto dalla pandemia in poi, sono meno sicuri, più esposti ad atti di intemperanza e addirittura ad aggressioni, che ogni anno aumentano. Purtroppo questi atteggiamenti derivano anche dalla crescente sfiducia e dal diffondersi di pregiudizi verso la medicina, che le posizioni e le scelte di alcune forze politiche, come Fratelli d’Italia e Lega, hanno agevolato. Aver cancellato le multe ai no vax e non avere ancora pubblicato il piano pandemico, solo perché tra le misure previste, come dice la scienza, c’è anche il lockdown, sono scelte del Governo Meloni che contribuiscono a minare la fiducia nella scienza e, quindi, nella medicina”.
E ancora: “Poi c’è la carenza di personale, dovuta anche alla mancata valorizzazione delle professionalità con opportunità economiche e di carriera, che mette a rischio l’efficienza della sanità e quindi genera insofferenza da parte degli utenti. In Lombardia, tuttavia, alcuni passi sono stati fatti, soprattutto grazie alla legge che abbiamo approvato. Ora, finalmente, grazie al lavoro del tavolo tecnico si sta diffondendo nei pronto soccorso il tasto per la chiamata diretta alle forze dell’ordine e si stanno istruendo i corsi per gli operatori per imparare a riconoscere i segnali che possono portare all’escalation di violenza e a sapere come comportarsi per sedarli”.
Conclude Rozza: “C’è anche, finalmente, un monitoraggio puntuale, sempre perché previsto dalla legge, che permette di individuare i luoghi con maggiori criticità. Siamo agli inizi di un percorso, iniziato con un po’ troppa lentezza, ma ora avviato. La Regione applichi la legge e, soprattutto, la Destra non usi anche la violenza sui sanitari per fare propaganda. E se ci sono 3 milioni di euro per la videosorveglianza, si usino immediatamente, senza perdere tempo”.
Redazione Nurse Times
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