Gli infermieri dipendenti dell’Asst di Lodi sono sul piede di guerra dopo che l’azienda avrebbe recepito una disposizione inserita nel nuovo contratto nazionale della sanità, datato maggio 2018.
Gli infermieri e gli operatori sociosanitari turnisti non avranno più diritto alla mezz’ora di pausa.
Non potranno allontanarsi dal reparto ne tanto meno recarsi nei locali adibiti al servizio di mensa aziendale.
Non sarà consentito loro neanche alimentarsi durante l’orario, portandosi alimenti da casa. Dovranno provvedere a ciò prima o dopo l’entrata in servizio.
Il provvedimento della direzione amministrativa dell’Asst Lodi è conseguente al recepimento di una disposizione contenuta nel nuovo contratto nazionale di categoria.
Gli stessi sindacati, dopo aver firmato e avvallato tale clausola, si dichiarerebbero ora sul piede di guerra.
Sarebbero tutti pronti allo stato di agitazione, mentre la sigla Fsi-Usae avrebbe già preannunciato una giornata di sciopero per il 14 settembre.
Tutto ha avuto inizio i primi di agosto, quando attraverso una lettera, l’azienda avrebbe stabilito che «in adempimento a quanto previsto dal nuovo contratto nazionale a decorrere dall’1 settembre il personale turnista svolgerà il proprio orario di lavoro in modo continuato, senza alcuna interruzione per la fruizione della pausa e senza la possibilità di accedere al servizio mensa aziendale».
La norma riguarda oltre 800 professionisti, tra infermieri, Oss e tecnici dei quattro complessi ospedalieri lodigiani e sui tre turni quotidiani 6-14, 14-22 e 22-6.
I sindacati, dichiarano di non accettare quanto precedentemente stipulato da loro stessi: «L’applicazione del contratto a Lodi è stata troppo rigida», contesta Rosy Messina, segretaria di Uil Fpl.
L’Asst lodigiana ha risposto che la normativa in vigore sia stata applicata solo dopo aver ricevuto parere favorevole dall’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni.
Lo sciopero indetto da Fsi-Usae avrebbe arroventato la situazione, poi alleggerita dal direttore generale dell’Asst Giuseppe Rossi il quale avrebbe rimandato all’1 ottobre l’entrata in vigore della norma in attesa di trovare una soluzione condivisa. Ma lo sciopero si farà ugualmente.
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