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Lo shock settico nel paziente fragile: management infermieristico

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Lo shock settico è una condizione critica che può verificarsi in pazienti con infezioni gravi e può portare a un’insufficienza multiorgano se non trattato tempestivamente e adeguatamente. In un paziente fragile, che potrebbe essere anziano, immunocompromesso o con patologie pregresse, la gestione dell’assistenza infermieristica è cruciale per migliorare le probabilità di sopravvivenza e minimizzare i danni.

Le persone fragili necessitano di un’attenzione particolare e di un approccio terapeutico individualizzato che tenga conto della loro condizione generale. La gestione di un paziente fragile richiede un monitoraggio costante, un supporto emotivo adeguato e, spesso, un lavoro di équipe multidisciplinare per garantire che vengano soddisfatte tutte le sue esigenze sanitarie, fisiche e psicologiche. Inoltre, la fragilità può influire sul recupero da un intervento chirurgico o da una malattia acuta, rendendo le persone più suscettibili a complicanze, effetti collaterali dei farmaci e ridotta capacità di adattamento al trattamento.

OBIETTIVI DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA NEL TRATTAMENTO DELLO SHOCK SETTICO

  • Stabilizzazione emodinamica: monitorare e correggere la pressione arteriosa, il flusso sanguigno e l’ossigenazione.
  • Gestione dell’infezione: somministrazione tempestiva di antibiotici e altre terapie necessarie per trattare la causa sottostante.
  • Supporto degli organi: monitoraggio e supporto delle funzioni vitali (renale, respiratoria, cardiaca).
  • Monitoraggio e valutazione continua: rilevamento precoce dei cambiamenti nello stato clinico del paziente.
  • Assistenza emotiva e psicologica: supporto al paziente e alla famiglia.

FASI DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA NEL TRATTAMENTO DI UN PAZIENTE FRAGILE CON SHOCK SETTICO

1. Monitoraggio vitale continuo

  • Parametri vitali: monitorare frequente la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, la temperatura corporea e la saturazione di ossigeno (SpO2).
  • Monitoraggio della diuresi: misurazione della quantità di urina per rilevare segni di insufficienza renale. Un volume urinario ridotto può indicare una compromissione renale acuta.
  • Monitoraggio della glicemia: in caso di shock, la glicemia può aumentare. È importante monitorare i livelli e somministrare insulina, se necessario.

2. Gestione dell’ossigenazione

  • Somministrazione di ossigeno: può essere necessario somministrare ossigeno supplementare per garantire un’adeguata perfusione dei tessuti. In alcuni casi, potrebbe essere necessaria la ventilazione meccanica.
  • Posizionamento del paziente: mantenere il paziente in posizione semi-seduta o laterale se possibile per migliorare la ventilazione polmonare.

3. Supporto emodinamico

  • Somministrazione di fluidi: l’infusione di liquidi endovenosi (soluzioni cristalloidi come Ringer o soluzione salina fisiologica) è cruciale per correggere la disidratazione e migliorare la perfusione. La risposta alla somministrazione di fluidi deve essere monitorata, poiché alcuni pazienti potrebbero sviluppare edema polmonare o insufficienza cardiaca.
  • Farmaci vasoattivi: se il paziente non risponde alla somministrazione di fluidi, è necessario somministrare farmaci come noradrenalina, dopamina o dobutamina per supportare la pressione arteriosa e la perfusione degli organi vitali.

4. Trattamento dell’infezione sottostante

  • Antibiotici: la somministrazione precoce di antibiotici a largo spettro è fondamentale per combattere l’infezione causante lo shock settico. Gli antibiotici devono essere scelti in base al tipo di infezione sospettato e successivamente adattati in base ai risultati della coltura e sensibilità.
  • Monitoraggio della risposta terapeutica: osservare il miglioramento o il peggioramento dei parametri clinici dopo l’inizio della terapia antibiotica.

5. Supporto nutrizionale e metabolico

  • Nutrizione enterale o parenterale: nei pazienti gravemente malati, la nutrizione adeguata è essenziale per supportare la guarigione. Iniziare con una nutrizione enterale precoce è preferibile se il paziente è in grado di tollerarla.
  • Bilancio idrico ed elettrolitico: monitorare gli elettroliti per evitare squilibri che possano peggiorare le condizioni del paziente.

6. Prevenzione delle complicanze

  • Prevenzione della trombosi: in pazienti con ridotta mobilizzazione, l’uso di calze elastiche o eparina a basso dosaggio può essere indicato per prevenire la trombosi venosa profonda.
  • Prevenzione delle ulcere da decubito: il paziente fragile, soprattutto se immobile, è a rischio di sviluppare piaghe da decubito. È fondamentale mantenere una buona igiene e posizione del paziente.
  • Prevenzione dell’infezione nosocomiale: utilizzare tecniche di asepsi rigorose durante le manovre infermieristiche, come la gestione delle linee venose centrali e la ventilazione meccanica.

7. Assistenza psicologica

  • Supporto emotivo: lo shock settico è una condizione che può generare ansia sia nel paziente che nei familiari. È importante fornire informazioni chiare e tempestive sullo stato di salute e sul trattamento.
  • Coinvolgimento dei familiari: se possibile, coinvolgere i familiari nelle decisioni e nel processo di cura, per garantire un supporto emotivo adeguato.

CONSIDERAZIONI SPECIALI PER PAZIENTI FRAGILI

  • Monitoraggio costante dello stato funzionale e cognitivo: i pazienti fragili, in particolare gli anziani, possono presentare una ridotta risposta all’infezione e ai trattamenti. La valutazione della funzione cognitiva (ad esempio, il delirium) e la valutazione funzionale (per esempio, mobilità e stato nutrizionale) sono essenziali.
  • Gestione dei farmaci: i pazienti fragili potrebbero essere più sensibili agli effetti collaterali dei farmaci. La dose di farmaci deve essere monitorata attentamente, così come l’insorgenza di eventuali effetti indesiderati.
  • Comunicazione e coinvolgimento del paziente: in base alla capacità cognitiva, è importante fornire spiegazioni comprensibili e rassicuranti sia al paziente che ai familiari.

CONCLUSIONI

Il trattamento dello shock settico in un paziente fragile richiede una gestione multidisciplinare, dove l’infermiere gioca un ruolo fondamentale nella valutazione, monitoraggio, somministrazione delle terapie e supporto psicologico. L’adozione di un approccio tempestivo e sistematico è cruciale per il successo terapeutico e la sopravvivenza del paziente.

Dott.ssa Cristina Di MaggioInfermiere Accettazione geriatrica d’urgenza presso IRCCS INRCA Regione Marche, POR di Ancona
Dott. Francesco Ferroni – Infermiere esperto in anestesia e rianimazione, Ospedali Riuniti delle Marche – Ancona. Management in area critica, referente locale ANIARTI

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