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L’evoluzione del linguaggio del “benessere mentale”: nuovi termini e tendenze

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operatori socio sanitari
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Il linguaggio legato al benessere mentale sta attraversando una profonda trasformazione, in parte alimentata dall’era digitale e dalla diffusione dei social media. La Giornata mondiale della salute mentale offre un’opportunità per esplorare alcuni dei nuovi termini e concetti che stanno emergendo in questo campo.

L’ADHD (Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività)

L’ADHD, conosciuto dai medici fin dai primi anni del ‘900, è un disturbo neuropsichico che colpisce bambini e adolescenti, caratterizzato da iperattività, impulsività e difficoltà a concentrarsi. Negli ultimi anni, l’ADHD è stato spesso associato all’abuso di internet e dei videogiochi, attirando l’attenzione preoccupata dei genitori.

Burnout (Sindrome da Burn-out)

Riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una nuova problematica di salute mentale tra i lavoratori, il burnout rappresenta una significativa diminuzione dell’efficienza lavorativa causata da spossatezza, stress e stanchezza. Questo “esaurimento da lavoro” colpisce soprattutto professioni come medici e infermieri, soggetti a turni massacranti.

Coping

Il termine “coping” deriva dal verbo inglese “to cope”, che significa “fronteggiare”. Rappresenta le capacità mentali e comportamentali di una persona nel gestire situazioni problematiche. La psicologia della salute si è concentrata sullo studio del “coping”, specialmente in relazione al modo in cui le persone affrontano il dolore e la malattia.

Fomo (Fear of Missing Out)

Il “Fomo” rappresenta la paura di essere esclusi o di perdere ciò che gli altri stanno vivendo. Persone con elevati livelli di “Fomo” tendono ad utilizzare i social media per rimanere costantemente connessi a ciò che gli altri fanno. Questo concetto è diventato particolarmente rilevante nell’era dell’iperconnettività digitale.

Mindfulness

La mindfulness è una pratica basata sulla consapevolezza, che aiuta le persone a passare da uno stato di sofferenza a una percezione soggettiva di benessere. Tuttavia, è importante sottolineare che la sua efficacia può essere compromessa da un uso superficiale o distorto.

Trigger e “Trigger Warning”

Il termine “trigger” deriva da “innescare” ed è utilizzato per riferirsi a uno stimolo che richiama alla mente esperienze traumatiche passate. I “trigger warning” sui social media consentono alle persone di decidere se continuare la lettura o la visione di contenuti potenzialmente stressanti, dando loro la possibilità di gestire le proprie reazioni.

Questi nuovi termini e concetti stanno contribuendo a migliorare la comprensione delle questioni legate alla salute mentale nella società contemporanea. La consapevolezza di tali concetti è fondamentale per promuovere la salute mentale e il benessere in un mondo sempre più connesso e in rapida evoluzione.

Redazione NurseTimes

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