Gli infermieri di Pronto Soccorso svolgono un ruolo cruciale nel sistema sanitario, ma spesso affrontano sfide emotive profonde legate alla morte dei pazienti e allo stress critico. Questi professionisti, spesso sottovalutati, si trovano di fronte a un carico emotivo considerevole mentre cercano di offrire cure di emergenza in situazioni di vita o di morte.
La professione infermieristica è considerata una delle “professioni d’aiuto”, e il “prendersi cura” della persona è al centro della sua azione assistenziale. Tuttavia, questa dedizione al benessere degli altri porta inevitabilmente a un carico emotivo significativo. Gli infermieri, soprattutto quelli che lavorano nell’area dell’emergenza-urgenza, si trovano spesso ad affrontare situazioni di grande instabilità clinica, il che può mettere a dura prova la loro resistenza emotiva.
Uno studio condotto in Belgio ha rivelato che il 31,6% degli infermieri di Pronto Soccorso si è scontrato con la morte di giovani negli ultimi sei mesi, mentre il 25% ha dovuto affrontare il decesso di bambini o adolescenti. Queste situazioni, caratterizzate da un’alta intensità emotiva, possono mettere a rischio la stabilità mentale degli infermieri, e sorprendentemente, l’82% di coloro che si sono scontrati con una morte improvvisa ha poi commesso un errore.
Inoltre, gli infermieri spesso si sentono obbligati a nascondere le proprie emozioni per evitare di interferire con la relazione d’aiuto con il paziente o con i familiari. Tuttavia, questo atteggiamento di distacco emotivo può portare a un’elaborazione inefficace delle emozioni, aumentando l’ansia e il rischio di commettere errori.
L’affrontare la morte di un paziente e il lutto sono agenti impattanti sulla salute mentale degli infermieri di Pronto Soccorso.
Questo può portare a una serie di problemi, tra cui la “compassion fatigue”, lo stress correlato agli eventi critici e il disturbo da stress post traumatico.
Per far fronte a queste sfide, esistono diverse strategie di intervento. Una di queste è il “Critical Incident Stress Management”, un approccio multicomponente per mitigare lo stress acuto e accumulato nel tempo. Inoltre, lo sviluppo dell’intelligenza emotiva può aiutare gli infermieri a gestire meglio le emozioni e ridurre il rischio di burnout. Infine, il supporto sociale tra colleghi gioca un ruolo importante nel prevenire conseguenze gravi per la salute mentale degli infermieri.
Tuttavia, in Italia, la percezione di queste sfide varia notevolmente tra gli infermieri di Pronto Soccorso. Alcuni sostengono la necessità di un supporto psicologico più ampio, mentre altri ritengono che queste esperienze siano parte normale del lavoro. Questa diversità di opinioni solleva importanti domande sulle necessità di supporto per questi professionisti.
E’ fondamentale riconoscere l’importanza di affrontare le sfide emotive che gli infermieri di Pronto Soccorso affrontano quotidianamente. La ricerca futura e una maggiore sensibilizzazione possono contribuire a migliorare la situazione e garantire che questi professionisti siano adeguatamente supportati nel loro prezioso lavoro.
Redazione NurseTimes
Fonte: www.infermiereonline.org
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