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La dott.ssa Farina presenta la tesi “Trapianto di rene: ruolo dell’infermiere nell’assistenza post-trapianto”

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La dott.ssa Farina presenta la tesi "Trapianto di rene: ruolo dell’infermiere nell’assistenza post-trapianto"
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Grande successo per il nostro progetto editoriale denominato NeXT che permette ai neolaureati in medicina, infermieristica e a tutti i professionisti della sanità di poter pubblicare la propria tesi di laurea sul nostro portale. 

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Gentile Direttore di NurseTimes,

mi chiamo Federica Farina, neolaureata in Infermieristica, presso l’Università degli Studi di Bari, sede Policlinico. Presento il mio progetto di ricerca sul ruolo assistenziale dell’infermiere nel post-trapianto di rene.

ABSTRACT

Background

Il trapianto di rene oggigiorno è riconosciuto come il trattamento sostitutivo d’elezione della malattia renale cronica terminale, garantendo così un miglioramento in termini di sopravvivenza e di qualità della vita, ma ciò predispone il paziente ad un maggior rischio di complicanze tardive, per cui è necessario che venga sottoposto ad un costante monitoraggio che viene eseguito mediante un programma di follow-up, che consta di visite di controllo a cadenza prefissata.

Materiali e metodi

L’obiettivo dello studio è valutare se gli interventi di educazione sanitaria e alla salute realizzati dall’infermiere dell’Ambulatorio di Nefrologia durante il programma di follow-up siano adeguati e ricercare eventuali criticità con lo scopo di migliorare l’assistenza infermieristica e conseguentemente il grado di aderenza e di compliance del paziente sottoposto a trapianto di rene. Lo studio è stato condotto presso l’Ambulatorio di Nefrologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Consorziale Policlinico di Bari su di un campione di 182 pazienti e realizzato attraverso la somministrazione di un questionario autoprodotto.

Risultati

Dallo studio è emerso che analizzando le seguenti variabili, ovvero il tipo di trapianto a cui sono stati sottoposti i pazienti, il tempo trascorso dal trapianto, se le indicazioni terapeutiche, alimentari e di stile di vita fornite siano state adeguate, se siano a conoscenza del motivo  per cui debbano sottoporsi a tali visite, si distribuiscono in maniera significativamente diversa (p<0.05) tra i pazienti che presentano una buona adesione alla terapia ed i pazienti che, al contrario, presentano una scarsa adesione. Inoltre, i pazienti che ritengono di non avere avuto adeguate indicazioni terapeutiche, alimentari e di stile di vita hanno un rischio aumentato di avere una scarsa adesione terapeutica (OR: 6.245; IC95%: 2.017-19.33). Circa il tempo trascorso dal trapianto, i pazienti che hanno effettuato il trapianto tra 6 e 15 anni prima hanno rischio maggiore di avere una scarsa adesione ai consigli terapeutici (6-10 anni vs 1-5 anni OR: 2.906; IC95%: 1.096-7.70; 11-15 anni vs 1-5 anni OR: 4.802; IC95%: 1.432-16.11). Di contro, abbiamo osservato che chi si sottopone al trapianto in un tempo inferiore ad un anno o maggiore di 15 anni non condizione significativamente il rischio di avere una scarsa adesione terapeutica. Infine, i pazienti che affermano di non essere a conoscenza del motivo per cui debbano sottoporsi alle visite di controllo non condizionano significativamente il rischio di avere una scarsa adesione ai consigli terapeutici.

Conclusioni

Lo studio ha confermato che lo scarso grado di aderenza dei pazienti alle raccomandazioni terapeutiche, alimentari e degli stili di vita è correlato alle non adeguate informazioni che vengono trasmesse dall’infermiere per cui le criticità rilevate, mediante la somministrazione del questionario, forniscono utili informazioni fondamentali per avviare un progetto di miglioramento dell’assistenza infermieristica del follow-up.

Federica Farina

Tesi: Trapianto di rene: ruolo dell’infermiere nell’assistenza post-trapianto

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