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Istituzione del Servizio Sanitario Militare Nazionale (SSMN): le proposte di riforma strutturale avanzate dal SIULM

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Di seguito una nota del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Militari (SIULM).

Il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Militari (SIULM), in riferimento alla comunicazione del sottocapo di Stato Maggiore della Difesa relativa all’inizio dei lavori per l’istituzione del Servizio Sanitario Militare Nazionale (SSMN), ha presentato le proposte di riforma strutturale che mirano a modernizzare e valorizzare il comparto sanitario militare italiano, per salvaguardare il benessere e la salute del personale con lo scopo di realizzare uno strumento efficace e performante.

Il SIULM ravvede, in pieno accordo con la lettera, la necessità di superare le attuali criticità del sistema sanitario militare, caratterizzato da un inquadramento anacronistico del personale sanitario che non riflette né le responsabilità professionali né i titoli di studio richiesti per l’esercizio delle professioni sanitarie nel XXI secolo.

Cruciale per il SIULM agire non solo sulle strutture, sulle dipendenze e sulle relative denominazioni, ma in particolar modo rispetto al personale sanitario delle professioni sanitarie. Il Sindacato chiede di inserire all’interno della commissione di realizzazione la partecipazione di almeno tre rappresentati delle professioni sanitarie, nel pieno rispetto delle percentuali di presenza nei vari ruoli e con pari peso di voto degli altri membri.ù

La proposta cardine del SIULM prevede l’inquadramento di tutto il personale delle professioni sanitarie militari nel ruolo degli ufficiali, fatto salvo un periodo transitorio e di omogeneizzazione. Questa scelta non rappresenta una mera rivendicazione di natura ordinativa, ma costituisce una necessità operativa e normativa che allinea l’Italia agli standard internazionali e NATO, con progressione “concreta” e non “velleitaria” dal grado di sottotenente al grado di tenete colonnello. 

L’inquadramento come ufficiali di tutto il personale sanitario laureato risponderebbe a molteplici esigenze. In primo luogo riconoscerebbe la natura intellettuale delle professioni sanitarie, come sancito dall’articolo 2229 del Codice civile, e sarebbe allineata al ruolo dei funzionari, come già previsto per il personale civile appartenente al medesimo dicastero della Difesa. Inoltre sarebbe coerente con l’applicazione dell’art. 656 e 1467 del C.OM. in quanto talune FF.AA. non hanno sin ora concesso la possibilità a suddetto personale, tramite concorso, di accesso ai gradi superiori se non in rari e sporadici concorsi straordinari.

Garantirebbe una catena di comando coerente e funzionale all’interno del nuovo SSMN, essendo inoltre previsto in concordanza con l’art. 212 del C.O.M. Sarebbero così eliminate le attuali discriminazioni che vedono professionisti con identiche responsabilità civili e penali inquadrati in ruoli gerarchicamente inferiori.

“Forniamo proposte di variazione normativa atte a indirizzare un cambiamento epocale della sanità militare! Chiediamo ruoli differenziati per ciascuna professione sanitaria, mantenendo le specificità professionali all’interno di un quadro normativo unitario, il riconoscimento e l’esercizio di competenze specialistiche e avanzate di natura autonoma, includendo la possibilità per gli infermieri militari di operare con autonomia professionale nell’ambito delle competenze avanzate riconosciute dalla normativa vigente”. Così il segretario generale nazionale SIUM A.M., dottor Luigi Tesone.

E ancora: “Gestione autonoma di ambulatori infermieristici, prescrizione di farmaci in ambito emergenziale e/o sotto supervisione di specifici protocolli, presidi sanitari, esercizio di competenze specialistiche in aree critiche come l’emergenza-urgenza, la terapia intensiva e la sanità operativa, con particolare riferimento all’esercizio autonomo in ambito di esercitazioni e di proiezioni operative, allo scopo di raggiungere e ottenere benefici in termini di prontezza dello strumento militare”.

Tesone conclude sottolineando che la riforma non potrà prescindere dal considerare il ruolo fondamentale del personale appartenente ai ruoli dei graduati e dei sergenti che opera nell’ambito sanitario. E tale organizzazione del personale ausiliario di supporto dovrebbe essere estesa a tutte le FF.AA., in quanto alcune non presentano in organico tale personale. Il che comporta, di conseguenza, il demansionamento continuo del personale delle professioni sanitarie.

SIULM propone che il SSMN sia organizzato secondo una struttura che rifletta la complessità e la multidisciplinarietà della sanità moderna. Il Comando della Sanità Militare dovrebbe prevedere oltre alle funzioni tecniche (medicina preventiva, formazione e addestramento, emergenza, logistica e farmaceutica, medicina legale e occupazionale, ricerca, epidemiologia e statistica, digitalizzazione) l’articolazione in unità specialistiche per ogni area professionale, garantendo la valorizzazione delle competenze specifiche all’interno di una visione unitaria.

Per il personale, il nuovo inquadramento rappresenterebbe finalmente il riconoscimento professionale adeguato alle responsabilità esercitate, e i percorsi di carriera chiari e meritocratici offriranno sicuramente opportunità di crescita professionale basate sul merito e sulla formazione continua. 
L’equità retributiva e la valorizzazione dei titoli accademici superiori rappresenteranno inoltre un incentivo fondamentale per la crescita professionale continua, e andrebbe inoltre a sanare la mancata applicazione dell’art. 656 del C.O.M., che talune FF.AA. non applicano organicamente.

Conclude così rinnovando l’impegno del SIULM al servizio del Paese, sottolineando che la riforma rappresenterebbe un passaggio storico per la sanità militare italiana, e in particolare una necessità operativa per garantire un Servizio Sanitario Militare Nazionale efficiente, moderno e allineato agli standard internazionali e un pieno rispetto delle norme europee, nazionali e del Codice dell’Ordinamento Militare.

Di seguito la lettera con cui Siulm espone le proprie proposte di riforma strutturale per l’istituzione del SSMN.

Redazione Nurse Times

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