La sicurezza è un tema molto importante, in ogni ambito lavorativo, soprattutto quando si parla di sanità
In Italia si registrano circa 100.000 infortuni l’anno conseguenti ad un’esposizione a sangue o ad altre matrici biologiche potenzialmente infette.
E’ noto che è possibile fare solo delle stime, in quanto solo una quota di tutte le esposizioni al rischio biologico viene effettivamente notificata.
Il fenomeno della mancata notifica tra l’altro non si distribuisce equamente per modalità di esposizione: in Italia vengono notificate maggiormente le punture (44%), e molto meno le contaminazioni mucose (22%), i tagli (15%) e le contaminazioni di cute lesa (12%).
Questi dati provenienti dalle Linee guida della Regione Emilia- Romagna (VEDI), ci devono invitare ad una riflessione, sugli innumerevoli fattori di rischio ai quali gli operatori sanitari sono esposti.
I dispositivi di protezione individuale (DPI), non escludono esposizione al rischio, perciò è di importante che tutti i presidi ospedalieri mettano a disposizione dei propri dipendenti, dispositivi medici pungenti/taglienti dotati di meccanismi di protezione (NDPs).
Il Decreto Legislativo del 19 febbraio 2014, n.19 (attuazione della direttiva 2010/32/UE) e integrazione al Decreto Legislativo del 9 aprile 2008 n.81, sulla PROTEZIONE DALLE FERITE DA TAGLIO dice: “…per prevenire le ferite e la trasmissione di infezioni nello svolgimento delle attività direttamente connesse all’assistenza ospedaliera e sanitaria… include l’impiego di dispositivi medici taglienti dotati di meccanismo di protezione e sicurezza, in grado di proteggere le mani dell’operatore…”; “…divieto immediato della pratica del reincappucciamento manuale degli aghi in assenza di dispositivi di protezione per le punture…”.
Il datore di lavoro e i dirigenti sono puniti con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2740 euro a 7014 euro in caso di inosservanza delle normative, “… è fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare”.
In questi anni di spending review, si stanno acquistato presidi di scarsa qualità, in assenza di NDPs.
Ma realmente crediamo che risparmiare sulla qualità dei dispositivi medici, abbattiamo i costi della sanità?
Il costo per l’azienda per un infortunio post trauma da puntura o taglio, è mediamente 1000 € l’anno.
I costi in questione sono attribuibili alle spese che l’azienda deve sostenere per eseguire esami specifici per la ricerca di agenti virali (HBV, HCV, HIV), e per la sostituzione del dipendente in caso di siero positività.
Un ago che non dispone di dispositivo di protezione ha un costo che si aggira intorno ai 20/30 cent €, a differenza di un ago NDPs che supera di tre volte il precedente.
1000€ equivalgono quasi a 1000 aghi NDPs, se moltiplicato per tutti gli infortuni causati da punture di aghi, chiaramente i conti non tornano.
Dove è il risparmio in questo caso? E’ evidente.
Perciò investire sulla sicurezza, non è mai un errore, ma in realtà conviene sempre.
L’appello ai nostri responsabili RSPP (responsabile del servizio di prevenzione e protezione), e ai responsabili degli uffici acquisti, a non tagliare sui prodotti sicuri che riducono l’esposizione a rischi per l’operatore sanitario.
Michele Fighera
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