La categoria degli Infermieri è quella più “imitata” in assoluto. Secondo le stime della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi sarebbero oltr 5500 gli abusivi che esercitano la professione senza avere ne competenze ne titoli abilitanti.
Anche le strutture pubbliche corrono il rischio di incorrere nei finti infermieri, come accaduto poche giorni fa a Pescara, quando una finta infermiera avrebbe lavorato presso l’ospedale cittadino per oltre un mese prima di essere scoperta, presentando documenti fasulli.
Ottenere dati attendibile di questo fenomeno non è sicuramente semplice: la federazione Ipasvi ha proposto una stima analizzando un’indagine dei Carabinieri dei NAS del 2012, secondo la quale sul totale di 2.783 segnalazioni per esercizio abusivo quelle riguardanti gli Infermieri fossero ben 1.023.
Questo dato conferma con la professione infermieristica sia quella con la più alta percentuale di abusivi. Nello stesso biennio le segnalazioni riguardanti medici ed odontoiatri sono state rispettivamente 725 e 679.
Secondo le stime nazionali esisterebbero oltre 30.000 professionisti abusivi. Oltre il 50% sarebbero nel settore sanitario.
“Fatto gravissimo per la professione, per la qualità dell’assistenza e soprattutto per i pazienti“, sottolinea la presidente dell’Ipasvi Barbara Mangiacavalli:
“La necessità di una regolamentazione, di un controllo e di una garanzia ordinistica dell’accesso al lavoro di infermiere – aggiunge – è evidente quando si vede in modo chiaro che la professione infermieristica viene abusata senza un reale controllo.
I blocchi del turn over e l’assenza di concorsi mettono nelle condizioni le aziende di cercare professionisti spesso attraverso le agenzie interinali, che non eseguono le necessarie verifiche di garanzia, peraltro previste dalla legge, ma immettono sul mercato massicce quantità di operatori con il rischio che questi siano ‘falsi’ o le cooperative, che oltre a essere per la maggiore parte fonte di ‘professione low cost’, non sono in grado neppure loro di eseguire i necessari controlli”.
“La nostra professione – prosegue Mangiacavalli – dovrebbe essere la prima a essere tutelata.
E lo abbiamo chiesto con la trasformazione urgente dei collegi professionali in Ordini, ma anche con l’inserimento nel Ddl sull’equo compenso che, al di là dello stop a situazioni di sottocompenso, caratteristiche spesso delle cooperative, porterebbe a una verifica reale di chi si sta offrendo sul mercato“.
Secondo la presidente , occorre dare uno “stop ai risparmi nelle strutture pubbliche ottenuti integrando gli organici mancanti per i blocchi del turn over con personale delle agenzie interinali o delle cooperative“. Stop anche “ai blocchi del turn over con le conseguenti, necessarie assunzioni. E soprattutto controlli più stringenti con l’obbligo per chi ricorre a un presunto infermiere di verificare la sua reale professionalità con il Collegio provinciale di appartenenza“.
Simone Gussoni
Fonte: AdnKronos
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