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Infermiere di Polizia di Stato: Pubblico Ufficiale con il mansionario dell’infermiere generico

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Grazie all’evoluzione professionale l’infermiere non deve più necessariamente svolgere la propria attività esclusivamente in ambito ospedaliero. In passato sono stati analizzati altri setting nei quali esercitare la professione come la casa circondariale (vedi articolo).

Oggi analizzeremo il ruolo dell’infermiere appartenente al Corpo della Polizia di Stato.

L’Infermiere della Polizia di Stato è Ufficiale di Polizia Giudiziaria ed Agente di Pubblica Sicurezza limitatamente alle funzioni esercitate.

Riportiamo di seguito l’intervista rilasciata dal Sovrintendente infermiere della Polizia di Stato Vernazza

In cosa consiste il lavoro di infermiere della Polizia di Stato?

A parte le scartoffie, sempre troppe malgrado l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione, ci occupiamo prevalentemente di medicina del lavoro (legge 81/08), assistenza ad attività addestrative, ordine pubblico, prevenzione stragi del sabato sera e molto altro ancora. In qualità di ufficiale di polizia giudiziaria posso svolgere attività volte a limitare casi di malasanità, intervenire in case di cura abusive, contrastare l’esercizio abusivo di professione sanitaria, intervenire in situazioni di adulterazioni e sofisticazioni anche se quest’ultima attività viene quasi esclusivamente svolta dai carabinieri del NAS.

Quale è la tua sede di lavoro?

Ogni giorno, solitamente con orario 8/14, mi reco in Questura presso l’Ufficio Sanitario. Questa è la mia sede di lavoro. A seconda delle necessità, posso essere assegnato a vari incarichi esterni: al poligono di tiro quale sanitario nelle esercitazioni a fuoco, con l’ambulanza della polizia, oppure prendere parte ad accompagnamenti in una missione nazionale o internazionale di estradizione o rimpatrio forzato, nella quale accompagno soggetti extracomunitari espulsi dal territorio nazionale.

Iniziamo analizzando il tuo lavoro in ufficio, quali sono le attività che svolgi quotidianamente?

La maggior parte delle attività dell’Ufficio Sanitario sono burocratiche. In ufficio di norma sono presenti sempre almeno un infermiere ed un medico. Può capitare di dover assistere il collega che si è sentito male durante il turno di servizio oppure di dover somministrare farmaci intramuscolo per il trattamento di una lombosciatalgia che affligge un agente. Abbiamo materiale sanitario di base per prestare primo soccorso in caso di necessità come un DAE, un elettrocardiografo, un glucometro, farmaci per le urgenze ed altro materiale per la rianimazione cardiopolmonare.
Ci occupiamo anche di campagne vaccinali rivolte agli agenti di polizia.
Le altre attività sono molto variabili. Oggi ad esempio ho programmato il protocollo di sorveglianza sanitaria per alcuni colleghi che, durante una colluttazione avuta con un soggetto  durante un tentativo di rapina, sono venuti a contatto con il sangue della persona fermata. I colleghi hanno portato il soggetto in questura e successivamente a cura dell’Ufficio Sanitario sono stati inviati in pronto soccorso per avviare la procedura prevista dal protocollo di infortunio biologico.

Se un soggetto che viene fermato in Questura stesse male tu verresti chiamato ad intervenire?

Si, spesso mi capita di venire chiamato. Valuto la situazione, rilevo i parametri vitali e se necessario chiamo il 118.

Ci sono agenti di polizia affetti da patologie croniche che devi seguire durante il turno lavorativo?

Non di rado capita di rilevare la pressione arteriosa o la temperatura corporea a colleghi. Le attenzioni maggiori vengono rivolte agli agenti che compiono mansioni a rischio quali polizia scientifica, istruttori di tiro e addetti a videoterminali.

In cosa consistono le missioni di estradizione o rimpatrio forzato alle quali prendi parte?

Si tratta di una missione nella quale un gruppo di agenti di polizia accompagna un soggetto espulso dal nostro paese garantendo che faccia ritorno nel proprio. La presenza dei sanitari della Polizia si rende necessaria qualora ci sia un grosso contingente di personale e, quindi, di supporto al personale per ogni evenienza, oppure, in caso di accompagnamenti di soggetti portatori di malattie che hanno necessità di terapia durante il tragitto.

Come ha avuto inizio la tua carriera da infermiere di Polizia di Stato?

Ho partecipato ad un concorso specifico per il ruolo che ricopro. Ho svolto la professione infermieristica in un pronto soccorso per circa 4 anni ma, sfinito dal demansionamento quotidiano al quale ero sottoposto e al non riconoscimento sociale, ho deciso di cambiare ambiente.

L’infermiere di Polizia di Stato non è vittima di demansionamento?

Sicuramente l’infermiere di Polizia di Stato non é costretto a rifare letti in reparto o cambiare pannoloni per l’80% del turno lavorativo ma anche noi siamo demansionati. Basti pensare che abbiamo ancora il mansionario! Dovremmo rispettare quanto riportato nel mansionario dell’infermiere generico (ancora in vigore) anche se di fatto sono a tutti gli effetti un infermiere.
L’unica consolazione è non dover fare le pulizie in reparto come accade a molti miei colleghi ospedalieri e comunque per tutti sono il sovrintendente Vernazza, non Mario, il garzone del fornaio, il cameriere o Mario l’infermiere del tale reparto.


Mansionario dell'infermiere generico
Mansionario dell’infermiere generico

La nostra figura è bistrattata; ci viene richiesta la laurea ma veniamo inquadrati tra i Revisori Tecnici (sovrintendenti), ruolo per il quale è richiesta la terza media più quattro anni di servizio. Oltretutto abbiamo i livelli e noi infermieri siamo inquadrati nel 6° livello economico, anche se, tutto sommato, lo stipendio è pressoché sovrapponibile a quello di un collega operante nel SSN. Con moglie e dUE figli a carico guadagno circa 1900 euro al mese.
È da quando sono stato assunto, che sento dire che saremo inseriti nei ruoli dei funzionari, ma ancora niente. Speriamo nel prossimo riordino delle carriere.

Hai mai pensato di aver intrapreso la strada sbagliata?

Sicuramente dal punto di vista professionale ho perso qualcosa e devo dire che, a volte, l’ospedale mi manca. Ma pensando ai colleghi che facevano di tutto per sminuire la professione diventando camerieri nei reparti, mi rendo conto di aver fatto una buona scelta. Alle attuali condizioni di demansionamento, che sono le stesse di quando tanti anni fa me ne andai, non rimetterei mai piede in ospedale.

Cosa occorre attualmente per intraprendere la tua carriera?

Se un giovane neolaureato volesse entrare in Polizia di Stato nel ruolo di infermiere dovrebbe attendere che venga pubblicato un bando di concorso. I requisiti che un infermiere deve avere sono i seguenti:

a) cittadinanza italiana;

b) godimento dei diritti politici;

c) non aver compiuto 30 anni di età; non si applicano le disposizioni di legge relative all’aumento o all’abrogazione dei limiti di età per l’ammissione ai pubblici impieghi. Ai sensi del D.P.R. 337/1982, non è soggetta a limiti di età la partecipazione al concorso degli appartenenti ai ruoli degli operatori e collaboratori tecnici della Polizia di Stato in possesso dei prescritti requisiti;

d) possesso delle qualità morali e di condotta previste dall’articolo 35, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;

e) idoneità psico-fisica per l’espletamento dei compiti propri del ruolo dei revisori tecnici della Polizia di Stato, così come previsto dall’art. 6 del decreto ministeriale 30 giugno 2003, n. 198, e dall’allegata tabella 1, nonché dell’idoneità attitudinale di cui alla successiva tabella 3 del medesimo decreto, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale n. 177 del 1° agosto 2003;

f) non aver riportato condanne a pena detentiva per delitti non colposi e non esser stato sottoposto a misure di sicurezza o prevenzione;

g) diploma di laurea triennale nelle professioni sanitarie infermieristiche ex D.M. 509/1999 e D.M. 270/2004, ovvero diploma universitario della medesima durata ex L. n. 341/1990, ovvero diploma di infermiere professionale conseguito al termine di corso di diplomi di scuole dirette a fini speciali, istituite ai sensi del D.P.R. n. 162/1982, di durata triennale;

h) per i candidati di sesso maschile, essere in regola nei riguardi degli obblighi di leva e non esser stati dichiarati obiettori di coscienza e, per tale motivo, essere stati ammessi a prestare servizio militare non armato o servizio sostitutivo civile ai sensi del Decreto Legislativo 15 marzo 2010 n. 66, ovvero aver rinunciato formalmente e nei modi di legge allo status di obiettore di coscienza;

i) non esser stato espulso dalle Forze Armate, dai corpi militarmente organizzati o destituito da pubblici uffici, dispensato dall’impiego per persistente insufficiente rendimento, ovvero decaduto da un impiego statale ai sensi dell’art. 127, comma 1, lett. d), del D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3;
Ringraziamo il sovrintendente Vernazza per la preziosa testimonianza rilasciata.

Questa realtà sicuramente appare diversa da quella ospedaliera ma, come per altri posti di lavoro analizzati in precedenza, presenta aspetti positivi e negativi.
Entrare in polizia può comunque rappresentare una valida alternativa alla chimera dell’ospedale pubblico o al trasferimento in un paese estero.

Simone Gussoni

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