Home Infermieri Coina: “Si esulta per il boom di iscrizioni a Medicina, ma le professioni assistenziali colano a picco”
InfermieriMediciNT NewsPolitica & Sindacato

Coina: “Si esulta per il boom di iscrizioni a Medicina, ma le professioni assistenziali colano a picco”

Condividi
Condividi

“Chiamateli pure paradossi senza fine in un sistema sanitario dove la politica è totalmente in corto circuito. E così accade tutto e il contrario di tutto, in una sanità italiana dalle mille contraddizioni, dove addirittura si festeggia il boom di iscrizioni a Medicina, ma viene ignorata la dura realtà, ovvero che stiamo vivendo la peggiore crisi delle professioni assistenziali degli ultimi vent’anni. Così il Ssn non reggerà a lungo: tra pochi anni avremo un esercito di medici senza lavoro (nemmeno i sindacati dei camici bianchi volevano questa riforma!) e ospedali senza infermieri e ostetriche”. Parola di Marco Ceccarelli, segretario nazionale del sindacato Coina.

Numeri da emergenza nazionale

“In Italia abbiamo 6,2 infermieri ogni 1.000 abitanti, contro una media Ue di 8,4 e quella Ocse di 9-10 – prosegue Ceccarelli -. Mancano già oggi all’appello oltre 70mila professionisti e ne serviranno almeno 100mila entro il 2030. E il 50% è vicino alla pensione: oltre 100mila lasceranno il servizio entro il 2033. Non è una previsione, è una bomba a orologeria su cui siamo tutti seduti, nessuno escluso”.

Professione svilita e fuga dal Ssn

“Uno stipendio fermo a 32.500 euro lordi l’anno, nessuna carriera clinica all’orizzonte, prestazioni escluse dai Lea e dal nomenclatore tariffario: così si spinge la gente a fuggire – denuncia il segretario Coina -. Dal 2020 ad oggi più di 42.700 infermieri si sono cancellati dall’albo, 10.230 solo nel 2024. Questa è una professione che la politica sta spegnendo pezzo dopo pezzo”.

Basta, trasformare Infermieristica in un ripiego

“La nuova selezione per Medicina – aggiunge – trasforma tristemente Infermieristica e le altre professioni non mediche in un piano B per chi non supera il test, svilendo un ruolo centrale per la cura. Gli infermieri non sono aspiranti medici mancati: sono professionisti che salvano vite ogni giorno”.

Investire ora per non perdere tutto

“Ogni infermiere in più ogni sei pazienti riduce del 30% le complicanze e una riduzione del 10% del personale aumenta del 12% la mortalità – conclude il segretario Coina –. Non investire oggi significa perdere miliardi e condannare i cittadini a un sistema destinato a crollare come un castello di sabbia al primo soffio di vento. La politica si svegli: senza professioni assistenziali, non esiste futuro per la nostra sanità pubblica”.

Redazione Nurse Times

Articoli correlati

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *