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Infermiere di famiglia e comunità, la Toscana definisce le linee guida sui percorsi formativi

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Infermiere di famiglia, Nursing Up: "Un progetto che non decolla"
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Dopo essere stata la prima Regione a introdurre l’infermiere di famiglia e di comunità nel 2018, la Toscana ha ora definito le linee guida sui percorsi di formazione, che saranno poi sviluppati dalle singole aziende sanitarie.

La relativa delibera individua due tipologie di percorsi: per chi si avvia a diventare infermiere di famiglia e di comunità, ma anche per chi già riveste questo ruolo. Il primo è composto da un corso di 110 ore, di cui 60 di teoria (in parte regionale e in parte aziendale), 40 di stage/laboratorio, 10 di project work. Il secondo consiste in 10 ore di aggiornamento tecnico-normativo.

Le linee guida delineano anche le competenze principali acquisite dall’infermiere di famiglia e di comunità grazie ai moduli formativi. Inoltre precisano che nei propri piani di attività formativa le singole aziende sanitarie potranno integrare annualmente eventi volti al mantenimento delle competenze e/o risposte a fabbisogni formativi emergenti.

L’assessore regionale al Diritto alla salute, Simone Bezzini, ha così commentato il varo delle linee guida: “Rendendo omogeneo il quadro formativo in tutta la regione, facciamo compiere un ulteriore passaggio cruciale allo sviluppo della sanità territoriale, nella quale l’infermiere di famiglia e di comunità riveste un ruolo fondamentale”.

E ancora: “E’ un professionista che offre un contributo rilevante per un sistema sanitario pubblico e universalistico come quello toscano. La definizione del percorso di formazione regionale significa rafforzare la costruzione di un servizio più vicino alla popolazione e capace di dare risposte differenziate alle sue esigenze, a seconda delle età, dei bisogni e degli specifici territori di riferimento”.

Redazione Nurse Times

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