Sono ancora tanti gli interrogativi sulla morte di un bimbo nato con parto gemellare prematuro lo scorso 12 settembre all’ospedale Di Venere di Carbonara (Bari), dove era stato ricoverato nel reparto di Terapia intensiva neonatale e neonatologia per due mesi e mezzo, fino al 27 novembre. Il piccolo è deceduto ad appena tre settimane dalle dimissioni, dopo che gli erano state diagnosticate alcune patologie sin dalle prime ore di vita.
In virtù del quadro clinico complesso i medici baresi avevano anche suggerito un successivo accertamento all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma per trattare il problema più serio, ossia la palatoschisi, una spaccatura nel palato insorta durante lo sviluppo embrionale all’interno del grembo materno.
Dopo la denuncia della famiglia, il pm della Procura di Matera ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo nei confronti di tutti i medici e gli infermieri che hanno curato il bimbo dal giorno della nascita a quello del decesso, avvenuto il 15 dicembre al Pronto soccorso dell’ospedale di Policoro. Lì i genitori avevano portato d’urgenza il figlio dopo averlo trovato senza vita nella loro abitazione a Matera.
In particolare, l’inchiesta dovrà accertare eventuali responsabilità di ben 36 persone: 10 infermieri e 14 medici della Neonatologia dell’ospedale Di Venere di Carbonara, oltre al pediatra materano, ai medici e ai soccorritori lucani del 118 di Bernalda e ai sanitari del Pronto soccorso di Policoro.
Redazione Nurse Times
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