Stanno facendo il giro del mondo le immagini di un gruppo di manifestanti No Green Pass che per esternare il proprio disappunto nei confronti delle istituzioni italiane ha pensato di indossare delle pettorine a strisce verticali bianche e grigie, con un numero appiccicato su di esse.
Queste divise sono state fatte utilizzando degli stracci, proprio come avveniva nei lager nazisti con i prigionieri di Auschwitz. Hanno poi deciso di marciare due a due, aggrappati a una corda inframezzata di nodi che aveva tutta l’intenzione di richiamare il filo spinato.
Per rendere meglio l’idea, come se tutto ciò non fosse sufficiente, hanno sfilato evocando i campi di concentramento.
Ma la cosa più incredibile è data dal fatto che ad organizzare questa folle esibizione sia stata un’infermiera contraria ai vaccini. Si tratta di Giuseppina Pace, infermiera e sindacalista presente tra i manifestanti. La donna ha provato a minimizzare quanto fatto in seguito al grande rumore generato.
«Abbiamo soltanto rappresentato la minoranza che ha creato il governo privandoci della libertà».
La provocazione dell’infermiera sindacalista non è rimasta inascoltata
Nell’intervista al quotidiano romano, quando le è stato chiesto cosa c’entrassero con la manifestazione i campi di concentramento Pace ha risposto: “Concentramento nel senso di concentrazione: noi ci siamo concentrati in uno spazio, per manifestare il nostro dissenso”.
L’organizzatrice della manifestazione ha aggiunto che i partecipanti non volevano paragonarsi ad Auschwitz, “se avessi voluto scegliere un campo avrei scelto Dachau in c’erano i politici, tutte le minoranze”.
Immediata sospensione da ogni attività del sindacato FSI Usae
Netto il messaggio del segretario generale di Fsi-Usae Adamo Bonazzi che, dopo aver appreso dalla stampa che la dirigente novarese del sindacato aveva “sfilato in una sorta di pigiama e con il filo spinato ricordando e mistificando la tragedia del Campo di concentramento di Auschwitz” nella manifestazione di Novara e dopo aver verificato che si trattasse effettivamente di lei, ha sospeso dalla “qualità di associata Giuseppa Maria Pace (detta Giusy Pace) alla quale sono state revocate tutte le cariche del sindacato”.
“Come Fsi-Usae diciamo subito che prendiamo le distanze da questi comportamenti – dice Bonazzi – che non possono essere in alcun modo giustificati indipendentemente dalle ragioni che vi stanno alla base. La federazione si è espressa con chiarezza sulla questione vaccinale, ribadendo la propria linea a governo e Parlamento con atti ufficiali. A nessuno dei dirigenti che rappresenta Fsi-Usae può consentire, né ora né mai, di gettare nel cestino la linea politico sindacale della federazione e agire a titolo personale nel mentre si fregia degli incarichi del sindacato”.
E di fronte a parole del genere, che testimoniano una mancanza di rispetto aberrante nei confronti delle oltre 200mila persone che hanno vissuto l’inferno del campo di Dachau e delle almeno 40mila che lì hanno perso la vita, vale la pena riportare il commento della presidente della comunità ebraica di Novara e Vercelli Rossella Bottini Treves apparso su La Stampa: “Queste persone non sanno cosa è stata la Shoah“.
Simone Gussoni
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