Partiamo da un dato di fatto.
C’era un’antica storiella datata 1° gennaio 1948 che recitava così: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività …” e via discorrendo.
A distanza di decenni e, precisamente nel 2016, mi imbatto casualmente a Bari e, non sarò stato certamente l’unico, in un manifesto shock che raffigura una donna segnata dalla chemioterapia ed un messaggio a lettere cubitali a dir poco eloquente
“Ho un tumore, se fossi norvegese potrei sopravvivere”.
Fidatevi, non è uno scherzo di pessimo gusto, la goliardia di qualche soggetto estroso o esibizionista ma – ahimè – è la campagna adottata dall’ordine dei Medici e Odontoiatri di Bari e Napoli per “svegliare” le città dal grave, gravissimo problema che si sta ripercuotendo sulle nostre teste come la famigerata Spada di Damocle e cioè, i continui tagli alla sanità pubblica rivolti all’Italia meridionale.
Tutto questo è inaccettabile signori miei, un malato di Napoli e Bari, ha gli stessi diritti di un malato di Genova e Bologna, non esistono pazienti di serie A o B, non esistono pazienti che per un mero scherzo del destino hanno la sfortuna di risiedere nell’Italia meridionale e, vivere dunque in perenne Via Crucis “elemosinando” cure in altri lidi lontano da casa.
“Ancora una volta si ripropone una Questione Meridionale, – dice il presidente Silvestro Scotti – una questione che vede il Sud Italia drammaticamente penalizzato. Mi riferisco al definanziamento della Sanità in tutto il Mezzogiorno d’Italia, con la Campania in prima fila. Essere una regione giovane non significa necessariamente essere una regione in salute, e la nostra terra da questo punto di vista è stata martoriata dalle ecomafie.
Il Governo non può pensare di tagliare una spesa sanitaria già all’osso sulla base di un criterio esclusivamente anagrafico, questo sarebbe un atto miope. Il sintomo di una grave incapacità di governance o di un disegno preciso del quale però si preferisce tacere”.
“La salute – spiega Scotti – dipende da una moltitudine di fattori, non solo anagrafici ma anche sociali, culturali ed economici.
Non dimentichiamo che la nostra regione è ultima per Pil e reddito pro capite. E ora siamo anche ultimi in fatto di finanziamento del servizio sanitario pubblico”.
Dimenticavo, non tutte le storie hanno poi un lieto fine …
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Giovanni Maria Scupola
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