Un 53enne di Dusseldorf, sottoposto a trapianto di midollo osseo per curare una leucemia sviluppata insieme all’infezione, non ha avuto ricadute. Non è la prima volta che accade.
Nuovo caso di guarigione dall’Hiv dopo un trapianto di cellule staminali. Si tratta di un paziente 53enne di Dusseldorf, in Germania, che è stato sottoposto a trapianto di midollo osseo per curare una leucemia sviluppata insieme alla sua infezione da Hiv. L’uomo, dopo quattro anni senza assumere farmaci antiretrovirali, non ha avuto ricadute. E si aggiunge ad altri pazienti che hanno avuto lo stesso percorso. Famosi altri due casi, uno a Berlino e uno a Londra.
Nel dettaglio, per il paziente di Dusseldorf sono trascorsi più di dieci anni dal trapianto e quattro dalla fine delle terapie antiretrovirali, e l’uomo è in buona salute, riferiscono i ricercatori. Il suo caso si è guadagnato le pagine di Nature Medicine e la notizia è rimbalzata su diversi media internazionali. Il team, guidato da medici dell’ospedale universitario di Dusseldorf, spera ora che le informazioni ottenute possano aiutare ulteriori studi sulle cure per l’Hiv, in modo da aiutare i pazienti a superare le infezioni senza la necessità di questo tipo di intervento faticoso in futuro.
Al paziente di Dusseldorf è stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta sei mesi dopo l’inizio della terapia per l’Hiv, e nel 2013 è stato sottoposto a trapianto di cellule staminali. Poi, nel 2018, dopo una pianificazione e un monitoraggio costante da parte dei medici, è stata interrotta la terapia antivirale per l’Hiv, che fino a quel momento aveva garantito il controllo dell’Hiv residuo.
Uno degli autori dello studio, Bjorn-Erik Ole Jensen, secondo quanto riporta Sky news online, ha spiegato: “E’ possibile confermare che si può prevenire la replicazione dell’Hiv su base sostenibile combinando due metodi chiave. Da un lato abbiamo l’esaurimento esteso del serbatoio virale nelle cellule immunitarie, dall’altro il trasferimento della resistenza all’Hiv dal sistema immunitario del donatore al ricevente, per far sì che il virus non abbia alcuna possibilità di diffondersi diffondersi di nuovo. Ora sono necessarie ulteriori ricerche su come ciò possa essere reso possibile al di fuori del ristretto insieme di condizioni che abbiamo descritto”.
Redazione Nurse Times
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