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Giannoni (Nursind): “ora un nuovo piano per la sanità pubblica oltre l’emergenza”

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Giannoni (Nursind): "ora un nuovo piano per la sanità pubblica oltre l’emergenza"
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Infermiere di quartiere, “Solo 8 ogni 50mila persone: ora un nuovo piano per la sanità pubblica oltre l’emergenza”

Giannoni (Nursind), “La Toscana può essere modello per il Paese, ma servono risorse e formazione: adesso chiediamo di essere ascoltati in Regione”

Firenze, 19 maggio 2020 – “L’infermiere di quartiere istituito dal Decreto Rilancio? In Toscana esiste già. Ma servono risorse per formazione specifica e nuove assunzioni, per guardare oltre l’emergenza: chiediamo un incontro in Regione per capire come dare attuazione alle misure”. Giampaolo Giannoni, segretario regionale del sindacato autonomo degli infermieri Nursind interviene nel merito della figura identificata dalle nuove disposizioni di legge. “La Toscana – sottolinea – è stata una delle prime regioni a deliberare sull’infermiere di comunità, ma la situazione è a macchia di leopardo sul territorio, per una figura che avrebbe potuto intercettare molte delle criticità emerse durante l’emergenza sanitaria. A partire dalle Rsa”.

“Già nel 2003 l’Oms individuava nell’infermiere di comunità – continua Giannoni – un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella gestione delle situazioni di fragilità. L’infermiere di comunità è un anello importante di una rete che va dall’assistenza domiciliare alla riabilitazione, alla prevenzione e cura in scuole, Rsa e famiglie dove ci sono situazioni delicate, evitando anche accessi impropri negli ospedali. Come Nursind ci siamo battuti a lungo per il riconoscimento di questa figura e l’attivazione di percorsi specifici, presentando anche un progetto specifico per l’infermiere nelle scuole. Ma 8 infermieri ogni 50mila abitanti, come previsto dal Decreto Rilancio, non possono essere sufficienti ad attivare questa rete di sicurezza sul territorio”.

“La Toscana può essere un modello per il Paese – prosegue il segretario di Nursind Toscana – ma adesso serve un piano strutturale per il sistema sanitario, che guardi oltre l’emergenza e metta a sistema le assunzioni necessarie nel comparto infermieristico, oltre alla necessaria formazione e valorizzazione per la figura dell’infermiere di famiglia”.

“Prima dell’emergenza legata al Covid-19 – chiarisce Giannoni – in Toscana mancavano all’appello 5mila infermieri, una carenza solo in minima parte compensata con le assunzioni di quest’ultimo periodo”.

“Auspichiamo che la Regione voglia sedersi a un tavolo per rivedere complessivamente le esigenze del sistema sanitario e voglia dare gambe e fiato alla figura dell’infermiere di comunità, che si è rivelata così importante – appunto – per l’intera comunità”, conclude Giannoni.

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