La Federazione Sindacati Indipendenti FSI-CNI si è resa protagonista con una proposta di disegno di legge che mira a rendere l’Infermiere di Famiglia una realtà concreta. Secondo la relazione redatta dalla F.S.I. esistono tutti i presupposti di legge affinché tale figura venga resa operativa sul territorio.
Il ruolo dell’infermiere di famiglia è già delineato sin dal 1998 dall’OMS Europa nel programmatico documento denominato “Salute 21” che auspicava che i paesi membri formassero entro il 2010 un numero sufficiente di infermieri specializzati delineando la figura dell’infermiere di famiglia. La FSI denuncia di fatto che l’Italia non ha mai dato minimo accenno nell’istituire tale figura nonostante molti Stati hanno investito energie per svilupparla.
“Salute 21” approvato nel settembre 1998 a seguito di consultazioni tra i 51 Stati membri e altre grandi organizzazioni definisce 21 obiettivi per il XXI secolo. L’obiettivo
numero 18 tratta dello sviluppo delle risorse umane per la salute recitando che “entro l’anno 2000 tutti gli Stati membri dovranno garantire che i professionisti della sanità abbiano acquisito conoscenze, atteggiamenti e capacità adeguate a proteggere e promuovere la salute”.
Nella proposta di legge si evidenzia chiaramente di cosa si occuperà l’Infermiere di famiglia. Secondo l’OMS tale figura “aiuterà gli individui ad adattarsi alla malattia e alla disabilità cronica o nei momenti di stress, trascorrendo buona parte del suo tempo a lavorare a domicilio dei pazienti e con le loro famiglie”. Darà consigli riguardo stili di vita, aiuterà a curare i problemi sanitari delle famiglie al loro insorgere, identificherà gli effetti dei fattori socioeconomici sulla salute della famiglia.
L’inserimento del ruolo dell’Infermiere di Famiglia nel contesto del Ssn accanto al Mmg, può essere determinante e rivoluzionario per la sostenibilità dello stesso Ssn poiché sarà possibile facilitare le dimissioni precoci dagli ospedali poiché fornirà assistenza infermieristica a domicilio e agirà da tramite tra la famiglia e il medico di base sostituendosi a quest’ultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico.
La necessità di tale specialistica emergerebbe anche da un’analisi comparata della “Valutazione dei LEA anno 2012” cioè la verifica degli adempimenti, cui sono tenute le Regioni per l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza in condizioni di appropriatezza ed efficacia nell’utilizzo delle risorse.
In conclusione il testo del disegno di Legge della FSI è dedito a valorizzare il ruolo poliedrico che solo l’infermiere di famiglia può assicurare sul territorio. L’unica che contribuirebbe in modo significativo al raggiungimento di 20 dei 21 obiettivi di “Salute 21”. Inoltre in un sistema di ambulatori infermieristici convenzionati con il Ssn, similmente a quelli di Medicina Generale, si potrebbero aprire le porte per oltre per circa 50.000 infermieri.
Un cambio di rotta necessario per far fronte a prestazioni troppo costose e assicurare a tutti un futuro più sereno e quanto previsto dall’articolo 32 della Costituzione a una popolazione che invecchia sempre più.
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