Infermieri, medici ed altre figure sanitarie non smettono mai di essere tali anche quando vanno in vacanza. La cosa appare ancora più ovvia quando nei casi del personale che si occupa dell’emergenza
Riportiamo di seguito quanto riferito da Emanuele Alzati, medico rianimatore del 118 di Varese.
Non si da pace per la morte di Luca Chiarabini, turista emiliano di 27 anni, colto da malore durante ad una vacanza a Formentera “La Polizia mi ha fermato, ho dovuto guardare morire Luca davanti ai miei occhi. Gravissime inadempienze”.
“Stavo passeggiando con la mia famiglia quando ho visto l’ambulanza e l’auto della polizia – racconta il medico – mi sono avvicinato e ho visto il giovane a terra all’interno del ristorante, intubato. Attorno a lui c’erano almeno 5 persone del soccorso in evidente difficoltà. Mi sono avvicinato, ho spiegato chi fossi, mi sono offerto di dare una mano. Ma sono stato allontanato”.
Emanuele Alzati ha dovuto assistere impotente alle vistose inadempienze da parte del soccorso spagnolo:
“Non è stato fatto il massaggio cardiaco, non è stato effettuato l’accesso venoso per somministrare l’adrenalina. Non sono state applicate le placche per defibrillare. Il medico auscultava il cuore: una pratica che non è assolutamente prevista”.
Alzati aveva capito subito che le speranze per Luca non fossero del tutto svanite:
“Il tracciato elettrocardiografico non era asistolico e occorreva agire secondo i protocolli internazionali. Io ci ho provato, ho insistito, ho continuato a chiedere di poter intervenire alzanndo la voce. Finché i poliziotti della Guardia Civil non mi hanno allontanato. Anche quando il giovane è stato caricato in ambulanza non è stato applicato il protocollo. Non so se il giovane si sarebbe salvato: io ho esperienze di massaggi per oltre 50 minuti che hanno salvato pazienti in arresto”.
Il medico italiano ha voluto esprimere la propria rabbia per tanta impotenza davanti a una giovane vita che si stava spegnendo di fronte ai propri occhi con una serie di lettere di denuncia inviate alla redazione di un giornale locale, al direttore del servizio emergenza 061, e al presidente del consiglio dei ministri spagnolo:
“Per ora non mi è arrivata nessuna risposta. Ritengo che la questione vada affrontata, occorra chiarire cosa sia successo e perché, così da non ripetere gli stessi errori. Formentera è un’isola dove transitano milioni di persone in estate, l’assistenza in emergenza è doverosa”.
C’è un ulteriore motivo che ha spinto il medico rianimatore a non tacere: “Non è stata effettuata l’autopsia. Per le autorità locali si è trattato di morte naturale. Ma era un giovane di 27 anni, la famiglia ha il diritto ad avere risposte”.
Lascia un commento