Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a cura della segreteria generale Fials.
Con lo stipendio di aprile 2019 i dipendenti del comparto sanità avranno mediamente 5 euro netti di indennità di vacanza contrattuale, in attesa del rinnovo del Contratto nazionale per il triennio 2019-2021.
Non si tratta ovviamente dell’aumento riveniente dal nuovo contratto di lavoro, atteso che quello vigente è già scaduto il 31 dicembre del 2018, ma solo della cosiddetta indennità di vacanza contrattuale, finanziata con i soldi già inseriti nella Legge di bilancio per l’anno 2019.
Restiamo basiti per l’entusiasmo mostrato da alcuni dirigenti sindacali, dai quali ci discostiamo, trattandosi di soli 5 euro di aumento mensili, che diverranno mediamente 7 euro dal successivo mese luglio.
“Non ci sono certamente i presupposti per essere entusiasti con questa mancetta di pochissimi euro mensili”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, irritato per come viene considerato economicamente e professionalmente il personale della sanità, che continua responsabilmente a mantenere in vita un sistema sanitario pubblico privo di oltre 50mila infermieri, 10mila medici e tantissimi altri professionisti e dipendenti.
Come si può pensare di coprire ancora con questo sistema della vacanza contrattuale il costo della vita con meno di 5 euro netti al mese? La stessa cifra che insieme all’elemento perequativo dovrà poi essere riassorbita quando si procederà a stipulare il nuovo Contratto nazionale.
“È vero che l’indennità di vacanza contrattuale – prosegue Carbone – é stata una conquista di tutte le confederazioni sindacali nel lontano 1993, ma il sistema necessita sicuramente oggi di una totale revisione per adeguarlo al costo della vita e per agganciarlo nella misura del 100% al valore reale annuale dell’Ipca”.
Prosegue Carbone: “A nessuno sfugge come gli aumenti economici per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, per accordo tra Governo e sindacati, siano calcolati in rapporto all’Indice previsionale dei prezzi armonizzato (Ipca), al netto dei beni e servizi. Ebbene, lo stesso Governo, con il Def (Documento economico di finanza pubblica) del settembre 2018, aveva previsto un Ipca tra il 2019 e 2021 pari al 4,1%, con un aumento a regime contrattuale pari a 102 euro lordi medi mensili, mentre nella Legge di bilancio 2019 lo ha definito, per lo stesso triennio, pari a 1,95%, con una diminuzione netta di oltre 54 euro medi mensili per singolo dipendente pubblico”.
Un nuovo sistema di vacanza contrattuale agganciata all’indice reale dell’Ipca, come chiede la Fials, avrebbe invece determinato per l’anno 2019 e nella busta paga di aprile un aumento medio lordo pari a oltre 30 euro per ogni dipendente.
Redazione Nurse Times
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