Il giudice monocratico del Tribunale di Savona ha disposto l’assoluzione perché “il fatto non costituisce reato” per una 30enne originaria di Avola (Siracusa), finita a processo con l’accusa di essere un’operatrice socio-sanitaria (oss) abusiva. Accolta la tesi della difesa, secondo la quale la donna era stata invece vittima di una truffa.
Nel 2013 aveva infatti ottenuto l’attestato di oss dopo aver frequentato un corso, pagato 2.500 euro, e sostenuto un esame nella sede milanese di un ente che risultava accreditato dalla Regione Lombardia. Attestato che poi avrebbe utilizzato per prestare attività lavorativa in una clinica di Savona. Quel titolo, però, è risultato in seguito non riconosciuto, e quindi non abilitante. Una truffa, insomma.
I legali della donna, per la quale la Procura aveva chiesto la condanna a sei mesi di reclusione e 10.000 euro di multa per esercizio abusivo della professione, sono riusciti a dimostrare che di quella truffa la loro assistita era stata vittima inconsapevole. E il 9 ottobre scorso è arrivata l’assoluzione del giudice, che ha creduto alla buona fede della 30enne, ritenendo inesistente la prova relativa alla conoscenza della falsità dell’attestato di oss.
Redazione Nurse Times
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