Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, e Giammaria Liuzzi, responsabile nazionale di Anaao Giovani, si dichiarano fortemente preoccupati per il contenuto della sentenza emessa dal Tar Lazio (numero 863 del 17 gennaio), che ha annullato i provvedimenti che hanno disciplinato le prove di ammissione alla facoltà di Medicina per l’anno accademico 2023/2024. Il ricorso è stato presentato da oltre 3.500 candidati all’ultimo concorso, svoltosi nel 2023 in diverse prove.
“Tale sentenza – denunciano Di Silverio e Liuzzi – svela pubblicamente e oggettivamente il fallimento della modalità d’ingresso alla facoltà di Medicina tramite il cosiddetto test Tolc, generando una paralisi amministrativa e giudiziaria senza precedenti, che mina in maniera profonda e irreversibile la programmazione dell’entità dei futuri medici italiani. Di fronte a questa paralisi, dovuta a un test da noi ampiamente criticato fin dalla sua istituzione e stante l’intenzione del ministro Mur, Anna Maria Bernini, di voler introdurre un test ad aprile 2024 con modalità totalmente diverse rispetto al Tolc, chiediamo un incontro urgente, con l’auspicio di un confronto serrato e risolutivo, per sbloccare questa situazione ed evitare che si ripeta”.
Proseguono Di Silverio e Liuzzi: “Dalle dichiarazioni del ministro Bernini si apprende che l’accesso alla facoltà di Medicina si svolgerà attraverso un test basato su un database noto di decine di migliaia di domande, dopo un semestre comune aperto a qualunque aspirante medico in cui le lezioni, a eccezione di Anatomia, potranno essere svolte online. Apprendiamo anche, sempre dalla stampa, che il gruppo di lavoro ministeriale, composto in maniera quasi totale da accademici, ha un ruolo da co-protagonista, insieme al ministero dell’Università e della ricerca, nell’elaborazione della proposta. A tal proposito ribadiamo la posizione di Anaao, che resta irremovibile: sì al numero programmato per l’accesso a Medicina, no al numero aperto”.
Concludono Di Silverio e Liuzzi: “Davanti ai prospettati cambiamenti epocali che dovrebbero prendere il via tra quattro mesi non si può non coinvolgere quali stakeholder i sindacati medici di categoria. La prospettiva di vedere, già nelle prossime settimane, 60mila studenti immatricolati alla facoltà di Medicina ci preoccupa enormemente per la tenuta stessa del Sistema sanitario nazionale. Il ritorno della cosiddetta pletora medica andrà ad aumentare di parecchi miliardi di euro la spesa pubblica per formare una tale mole di studenti, con drastica riduzione della qualità formativa dei medici del domani. Il nostro obiettivo è di giungere a una soluzione condivisa ed evitare lo scontro, che porterebbe migliaia di giovani in piazza”.
Redazione Nurse Times
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