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Epatite Delta(HDV): prevenzione, cause, trattamento

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L’epatite D (HDV, epatite Delta) è una epatopatia mediata dal virus propriamente detto ed appartiene al gruppo di virus (come HBV, HCV e HGV) trasmissibile per via ematica (per convivenza con portatori, per via iatrogena, per utilizzo di materiale esausto contaminato…..).

È un virus ad RNA ed infetta l’uomo solo ed esclusivamente se vi è già infezione da Epatite B(HBsAg positivo!). Pertanto è anche definito Virus difettivo.

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E’ una infezione abbastanza diffusa nel bacino del Mediterraneo, in medio Oriente, parte dell’Africa e nel bacino amazzonico.

L’infezione può avvenire simultaneamente a quella dell’HBV per co-infezione oppure successivamente nel caso in cui l’ospite sia già HBV+ e poi si esponga ad infezione HDV; l’esordio sintomatologico è tipico dell’epatite.

I sintomi sono calo ponderale, astenia, conati di vomito, algia quadrante addominale destro, ittero, febbricola. Il tutto direttamente proporzionale alla eventuale compromissione epatica mediata dal Virus: infatti ad una epato-necrosi massiva coincidono sintomi elicitati esacerbati.

Ecco perché si registrano anche casi di asintomatologia  con la scoperta casuale dell’infezione.

Così come HCV e HBV può far degenerare il fegato a condizione cirrotica: la rapidità del suddetto quadro clinico risulta più infausta nel momento in cui coesistono danni epatici già mediati dall’HBV.
La diagnosi, sia nel caso di assenza di sintomi che in caso di malattia conclamata da segni e sintomi, si effettua con la ricerca di anticorpi anti-virus epatitico delta (anti-delta) e/o presenza nel sangue del virus delta stesso (HDV RNA sierico).

La profilassi alla persona è solo indiretta  e ingloba pratiche di educazione, formazione e informazione sanitaria (avere cautele se si frequentano portatori potenzialmente infetti o potenzialmente esposti, avere una igiene accurata delle mani, evitare uso promiscuo di oggetti che entrano a contatto con sangue).

NON ESISTE UN VACCINO contro l’HDV!

La terapia risulta avere degli out-come molto bassi, nell’ordine del 15/20%. Si esegue con PegIFN alfa (peginterferone alfa-2b, un iterferone utilizzato anche nel trattamento dell’Epatite C.

CALABRESE Michele

Sitografia e Bibliografia:

www.fegato.com

www.epatiteb.com

ttp://www.fondazionefegato.it

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