“Ancora una volta il Nursind si dimostra innovativo e centrale nell’accogliere sia le esigenze dei cittadini che quelle dei professionisti, con risposte serie e concrete ipotizzati prima di aziende locali ed istituzioni”. Antonella Rodigliano (foto), segretaria di Nursind Emilia-Romagna, del quale è anche segretaria provinciale a Bologna, commenta così la notizia di questi giorni che riguarda la discussione in Commissione regionale Bilancio e affari istituzionali per una proposta di legge, presentata anche alle Camere e firmata da quasi tutti i consiglieri del Partito Democratico, per il contrasto allo spopolamento nelle zone montane.
Una proposta che punta ad attrarre nuovi residenti e investimenti, oltre che a favorire il trasferimento di personale sanitario proprio nelle aree più in difficoltà e con maggiore carenza nelle strutture ospedaliere. “Diversi mesi fa, e quindi molto prima rispetto a questa proposta, avevamo già sottoposto un questionario ai nostri colleghi operativi nelle aziende sanitarie bolognesi per capire proprio a quali condizioni sarebbero disposti a trasferirsi in queste zone”, spiega Rodigliano, snocciolando alcuni dei dati emersi.
In particolare, l’indagine ha rivelato che una percentuale modesta del nostro personale intervistato (solo il 6.25%) è disposta a trasferirsi in queste aree senza condizioni predefinite, mentre un considerevole 43.75% sarebbe propenso al trasferimento qualora venissero introdotte misure incentivanti adeguate.
“Questo sottolinea una chiara richiesta di incentivi tangibili che potrebbero includere (ma non limitarsi a) supplementi salariali, alloggio gratuito, incentivi fiscali, e supporto per le famiglie, come l’asilo nido e il trasporto gratuito”, dice Rodigliano.
Il 34.78% degli intervistati, invece, ha espresso la disponibilità a operare permanentemente in tali aree, se supportati da condizioni lavorative e di vita favorevoli. Per la segretaria regionale del Nursind “questo dato evidenzia un potenziale significativo per stabilire una presenza infermieristica a lungo termine nelle zone montane, contribuendo così all’obiettivo di sviluppo economico e sociale sostenibile del progetto di legge”.
E ancora: “Data la risonanza di queste necessità con le misure proposte riteniamo che i risultati dell’indagine possano fornire uno spunto concreto per la definizione finale delle politiche di incentivazione. È nostro desiderio che queste informazioni possano assistervi nell’elaborazione di interventi legislativi che non solo attraggano il personale sanitario in queste aree critiche, ma ne garantiscano anche la stabilità e la crescita professionale”.
Dall’indagine emerge anche che con adeguati sostegni economici e incentivi, in molti (quasi il 45% dei rispondenti) sarebbe disposto a spostare la propria residenza in Appennino e che la percentuale media di incremento salariale ritenuto più opportuno per uno spostamento della sede di lavoro è di circa il 54%, circa 790 euro in più. Ma non è solo l’aspetto economico ad avere un peso: anche la possibilità di un alloggio gratuito è emerso quale fattore d’attrattività importante per i professionisti intervistati (in totale poco meno di duecento).
“Non si deve sottovalutare l’importanza delle misure di supporto alla famiglia e alla logistica – commenta ancora Rodigliano-. Un approccio multifaccettato, che include una gamma di benefici tangibili e intangibili, potrebbe essere il più efficace nel reclutare e trattenere personale in aree geograficamente e logisticamente sfidanti”.
Conclude la segretaria del Nursind: “Mettiamo quindi a disposizione di Regione e aziende i dati raccolti come contributo alla discussione, ben consapevoli che se incentivati e gratificati in tutti i modi possibili, i professionisti che mancano nelle aree più in difficoltà si possono trovare e reclutare. Il problema vero è avere la volontà di investire risorse per medici e infermieri. Una volontà che deve tramutarsi in fatti concreti e non, come al solito, in slogan che non portano a nulla”.
Redazione Nurse Times
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