“I Cau sono davvero l’unica soluzione possibile per risolvere i problemi all’interno dei pronto soccorso in Emilia-Romagna? È la domanda che noi infermieri vorremmo porre alla Regione e all’assessore Raffaele Donini, al quale abbiamo chiesto più volte la possibilità di un incontro per confrontarci su questa riorganizzazione, senza però ottenere mai alcun tipo di risposta”. Così Antonella Rodigliano (foto), segretaria di Nursind Emilia-Romagna.
Sull’istituzione dei nuovi Centri di emergenza e urgenza (Cau), introdotti a fine 2023 con l’obiettivo di alleggerire il carico dei pronto soccorso, dice la sua anche Renato Mazzuca, infermiere del 118, attivo nel sindacato Nursind: “Allo stato attuale i Cau sembrano aver sostituito i medici di base, drenando risorse umane ed economiche dai pronto soccorso, e mettendoli in difficoltà”.
Aggiunge la segretaria di Nursind Emilia-Romagna: “Nel nostro territorio regionale continuano a partire nuovi Cau. Ad esempio, anche se non è ancora arrivata alcuna comunicazione ufficiale, ci è giunta voce che sia ormai imminente l’apertura di un Cau al Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Nessuno, però, sa ancora se si stiano davvero registrando dei miglioramenti nel sistema oppure no. Ad oggi sentiamo solo slogan a proposito degli accessi ai Cau, ma ancora non si è capito di quali flussi stiamo parlando in termini numerici e, soprattutto, in termini di aiuto al lavoro di medici e personale sanitario”.
E ancora: “Come Nursind, ci piacerebbe conoscere i dati sull’affluenza ai Cau, ma anche quelli relativi a chi non va più in pronto soccorso, se davvero si è registrato questo calo tanto auspicato dalla Regione. A noi non risulta. Anzi, solo per fare un esempio, vediamo i pronto soccorso della stessa città metropolitana di Bologna che continuano a essere affollati. Tutti si aspettavano un deflusso di pazienti in accesso ai pronto soccorso, che invece al momento non c’è da nessuna parte, visto che tanti nostri colleghi ci raccontano di situazioni ancora oggi complicate e difficili da gestire”.
Conclude la segretaria di Nursind Emilia-Romagna: “La sofferenza dei pronto soccorso strapieni e con posti letto che continuano a essere insufficienti per smaltire l’utenza rimangono all’ordine del giorno. Ecco perché vorremmo conoscere meglio i dati dei Cau e ottenere un confronto con la Regione. Vogliamo risposte, siamo stanchi di non essere mai ascoltati, di vedere le nostro richieste cadere sempre nel vuoto. Abbiamo bisogno di trovare soluzioni che rispondano alle esigenze dei pazienti, prima di tutto, ma anche del personale ogni giorno in prima linea”.
Redazione Nurse Times
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