Questo il risultato di una meta-analisi condotta a Taiwan, che però evidenzia una minore efficacia del trattamento con i nuovi agenti farmacologici.
Stando ai risultati di uno studio condotto dal team di Shuu-Jiun Wang, del Brain Research Center – Università Nazionale Yang Ming Chiao Tung di Taipei (Taiwan), e pubblicato online su Jama Network Open, i ditani (agonisti del recettore della serotonina, come lasmiditan) e i gepanti (antagonisti del peptide correlato al gene della calcitonina, come rimegepant e ubrogepant) sono risultati meno efficaci dei triptani nel trattamento dell’emicrania, ma i nuovi agenti farmacologici appaiono associati a un minor numero di eventi avversi.
Wang e colleghi hanno condotto una meta-analisi a rete (network meta-analysis) che ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di queste due nuove classi con il trattamento standard specifico per l’emicrania acuta, basata sui triptani. “La Fda – scrivono – ha recentemente approvato due nuove classi di trattamenti anti-emicrania acuta, cioè i ditani e i gepanti (ubrogepant e rimegepant). Nel complesso, le due nuove classi di trattamento anti-emicrania acuta forniscono opzioni alternative per gli individui che hanno fallito i trattamenti precedenti. Inoltre la mancanza di rischi cardiovascolari di queste nuove classi è di scelta per i pazienti con controindicazioni cardiovascolari”.
Sono stati utilizzati dati del Cochrane Register of Controlled Trials, di Embase e PubMed, per identificare 64 studi clinici randomizzati in doppio cieco che hanno valutato trattamenti acuti specifici per l’emicrania, tra cui lasmiditan, rimegepant e ubrogepant. L’odds ratio (OR) per la libertà dal dolore due ore dopo la dose è stato utilizzato come esito primario.
Altri esiti includevano l’OR per il sollievo dal dolore due ore dopo la dose e gli eventi avversi. Ditani, gepanti e triptani hanno tutti ridotto il dolore a due ore, ma i triptani sono stati associati a una maggiore libertà del dolore a due ore rispetto a lasmiditan, rimegepant e ubrogepant. Non è stata infine identificata alcuna differenza statisticamente significativa in termini di libertà del dolore o sollievo dal dolore a due ore tra lasmiditan, rimegepant e ubrogepant.
“In termini di efficacia – scrivono gli autori -, i triptani hanno maggiori probabilità di ridurre il dolore dei pazienti da moderato a grave fino a lieve (sollievo) o annullato (risoluzione) rispetto ai gepanti o ai ditani. Sotto il profilo della sicurezza, i gepanti sono risultati migliori dei triptani o dei ditani per quanto riguarda il verificarsi di eventi avversi. Tuttavia queste due nuove classi non hanno rischi cardiovascolari, ciò che è un limite per i triptani”.
Redazione Nurse Times
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