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Elezione dei collegi provinciali Ipasvi, un autunno di sfide e opportunità per la professione

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L’estate sta finendo ed a grandi passi si avvicina l’autunno per noi infermieri questo autunno porterà nuove sfide e vecchie ruggini

I soliti problemi mai risolti ad iniziare dal demansionamento, passando per i rinnovi contrattuali, senza perdere d’occhio le dotazioni organiche sempre più povere di risorse e l’odioso sfruttamento dei nostri colleghi da parte di intermediari.

Questo autunno però dovremo anche rinnovare i consigli direttivi dei nostri collegi.

Personalmente mi viene difficile parlarvi di questo argomento sopratutto considerando l’atavica avversione degli infermieri verso questa istituzione e verso la tassa annuale di iscrizione.

Avversione che non viene dal nulla, ma che fonda le sue radici nella convinzione, a volte fin troppo agevolata dall’immobilismo di alcuni di questi, della loro inutilità sopratutto a difesa dei professionisti iscritti.

Forse però tutto questo è anche frutto di disinformazione o quanto meno di una non corretta informazione.

Quanti di noi conoscono quali sono i compiti istituzionali del colleggio IPASVI?

Quanti conoscono i tempi ed i modi di elezione dei collegi direttivi, dei presidenti provinciali, del consiglio direttivo nazionale e del presidente Nazionale?

Cerchiamo di fare chiarezza e dare informazioni su questo argomento e magari di sfatare qualche leggenda metropolitana.

Partiamo quindi dalla L. 1049/54 che è la legge che istituisce i colleggi IPASVI e si compne di tre articoli e sostanzialmente istituisce i collegi su base provinciale,ne inquadra la titolarità in base al decreto legislativo del Capo provvisorio dello stato del 13/09/1946 n°233 riguardante la ricostituzione degli ordini delle professioni sanitarie e l’esercizio delle professioni stesse

Ma quali sono i compiti istituzionali del colleggio?

Per prima cosa è bene dire che il collegio ovviamente non è una rappresentanza sindacale altrimenti si chiamerebbe sindacato, ma un ente pubblico non economico  e come tale non ha possibilità di intervenire nelle questioni contrattuali compito invece del sindacato, ma può comunque a seconda della sua autorevolezza esprimere opinioni ed essere di stimolo per i titolari di contrattazione.

La norma infatti affida ai Collegi una finalità esterna e una finalità interna. La prima è la tutela del cittadino/utente che ha il diritto, sancito dalla Costituzione, di ricevere prestazioni sanitarie da personale qualificato, in possesso di uno specifico titolo abilitante, senza pendenze rilevanti con la giustizia ecc. e quindi ha il compito di tenere ed aggiornare l’albo degli iscritti procedendo ad inserire e deliberare nei tempi previsti le nuove iscrizioni e le eventuali cancellazioni.

La seconda finalità è rivolta agli infermieri iscritti all’Albo, che il Collegio è tenuto a tutelare nella loro professionalità, esercitando il potere disciplinare, contrastando l’abusivismo, vigilando sul rispetto del Codice deontologico, esercitando il potere tariffario, favorendo la crescita culturale degli iscritti, garantendo l’informazione, offrendo servizi di supporto per un corretto esercizio professionale.

Per questo i collegi vengono consultati dalle regioni e dal parlamento durante la stesura delle leggi che riguardano la gestione sanitaria, non a caso la spinta propulsiva all’ingresso degli infermieri in università, l’abolizione del mansionario, il nuovo profilo professionale e l’abolizione di quella parolina “ausilario”, sono venute su forte spinta proprio dei collegi di allora ed è così che oggi possiamo considerarci professionisti intellettuali a tutti gli effetti.

Questo ci rende palese come e quanto sia importante per tutti noi eleggere nei consigli direttivi colleghi capaci e sopratutto coscienti delle potenzialità e delle possibilità di evoluzione della professione.

Ma sopra ad ogni cosa a stretto contatto con la stessa, colleghi che la vivono quotidianamente nei posti di lavoro e che non la osservano solo dietro comode scrivanie.

Infine per sfatare un’altra leggenda metropolitana, che parla di lauti stipendi, è opportuno ribadire che per le cariche elettive all’interno dei collegi non sono previste remunerazioni.

Alcuni collegi, tuttavia, in base alle possibilità economiche riconoscono ai consiglieri un gettone di presenza a titolo di rimborso spese.

Ogni collegio ha un numero di consiglieri stabilito in base al numero degli iscritti:

  • 5 fino a 100 iscritti;
  • 7 fino a 500 iscritti;
  • 9 fino a 1500 iscritti;
  • 15 oltre i 1500 iscritti;

…in più si eleggono 3 revisori dei conti più un supplente.

I consiglieri vengono eletti dall’assemblea elettiva ed è necessario che votino almeno un terzo degli aventi diritto nella prima convocazione; mentre nel caso non si raggiunga questo quorum, in seconda convocazione è necessario che votino almeno un decimo degli aventi diritto.

Ogni iscritto al collegio può essere eletto e votato compresi i consiglieri uscenti.

Quindi siamo tutti elettori e tutti eleggibili.

Gli eletti devono comunicare l’accettazione dell’incarico ed entro otto giorni viene convocato il nuovo consiglio direttivo che eleggerà:

  • il presidente;
  • il vicepresidente;
  • il segretario;
  • il tesoriere.

Spero a questo punto di aver fatto chiarezza sui compiti del collegio e sulle modalità di elezione del consiglio direttivo, per finire questa sintetica disamina e per tornare al punto di partenza vorrei sottolineare infine quanto importante sia la partecipazione massiccia a queste elezioni.

E’ importante eleggere colleghi validi, perchè in fondo il collegio siamo noi e se siamo in grado di partecipare scegliendo persone capaci, vicine al nostro agire quotidiano sicuramente il collegio lo sentiremo più nostro.

E magari riusciremo a smettere di vederlo come un’entità astratta e vessatoria.

Il collegio esiste e la legge impone l’iscrizione, tanto vale cercare di farlo funzionare in modo partecipato.

Personalmente sarò della partita e mi candiderò in solitario al mio collegio provinciale, sperando di poter, nel mio piccolo, dare un contributo alla professione.

Mi auguro che anche voi che state leggendo abbiate questo spirito di partecipazione, con l’auspicio di vedere tanti colleghi proporsi per l’elezione delle cariche direttive e partecipare al voto.

Le cose non cambiano da sole e se vogliamo cambiarle dobbiamo impegnarci affinché ciò accada!

 

Angelo De Angelis

 

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