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Ecco perché non possiamo permetterci di non vaccinare

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Il calo delle vaccinazioni non è una novità, ma è un fenomeno sempre più preoccupante, l’Emilia Romagna è corsa ai ripari, ed ha in programma una legge regionale per impedire l’accesso all’asilo nido ai bambini non in regola con le vaccinazioni. I dati Istat parlano chiaro, le vaccinazioni sono in calo costante, e l’immunità di gregge inizia a risentirne, al punto che nell’autunno 2015, nella civilissima Italia, una neonata è morta di pertosse. 

L’Ansa sta lanciando l’allarme da anni, da quando nel 2014 per la prima volta, la copertura vaccinale scese sotto alla soglia del 95%. Soglia di copertura auspicata e stabilita dalla legge e dalla Scienza, come sicura. Da allora, la copertura vaccinale non è più tornata ai livelli ottimali, anche se la media di alcune vaccinazioni resta “vicina”.

Vicina alla soglia di sicurezza non è comunque sufficiente. La soglia di sicurezza è un limite minimo, al di sotto del quale si apre il rischio del ritorno di malattie debellate. Non raggiungere la soglia di sicurezza, significa perdere l’immunità di gregge. Quel prezioso concetto per cui in una popolazione vaccinata un virus si diffonde meno, ed in maniera meno aggressiva, permettendo di proteggere indirettamente coloro che per un motivo o per l’altro non possono vaccinarsi, fra cui i neonati prematuri, i malati di leucemia o comunque immunodepressi, e chi è allergico al vaccino. Il calo delle vaccinazioni non è un problema solo del bambino non vaccinato, è un problema della comunità, perché espone la comunità a rischi, ed in particolare espone i membri più deboli di detta comunità.

La diffusione dei contrari ai vaccini è un fenomeno che merita una discussione a parte. In questo articolo, mi limiterò a riportare i fatti. Fatto è che l’unica malattia attualmente eradicata, che quindi non potrà più tornare, è il vaiolo. Come è stato eradicato il vaiolo? Con una campagna di vaccinazione mondiale.

Tutte le altre malattie per cui ci vacciniamo: morbillo, pertosse, parotite, poliomielite, tetano, difterite, epatite, meningococco, rosolia, hpv; non sono eradicate. Sono debellate.

Significa che sono presenti ma tenute sotto controllo. La loro diffusione è altamente limitata, e con essa sono limitate anche la loro aggressività e la capacità di creare complicanze, in parte per un mero dato statistico, in parte perché il vaccino fa anche questo. Prepara il sistema immunitario a gestire l’incontro con il patogeno, e questo porta ad un calo della “gravità” della patologia. Un chiaro esempio di questo è la differenza dell’incidenza della panencefalite subacuta sclerosante (PESS), una delle complicanze più raccapriccianti e letali del morbillo, fra una popolazione vaccinata e non vaccinata.

In una popolazione non vaccinata, l’incidenza della PESS è circa di un caso su diecimila circa. In una popolazione vaccinata, un caso su un milione. Una differenza statistica che si traduce in innumerevoli, preziose, vite umane che non svilupperanno mai questa particolare manifestazione del morbillo.

Debellata ma non eradicata, significa che queste malattie potrebbero tornare in tutta la loro forza. Basta smettere di vaccinare.

Siamo nel 2016. La poliomielite è sconosciuta, di morbillo non si muore, alcune di queste patologie non sembrano un grande problema, adesso. Nel frattempo, la soglia vaccinale è scesa all’86% ed una bambina di pochi mesi è morta di pertosse. Un’altra è morta di morbillo. Un bambino in Spagna è morto di difterite.

Come si protegge un neonato di pochi mesi da queste malattie terribili, che un tempo decimavano la popolazione, e adesso quasi scomparse? 

Con i vaccini. Sono i vaccini responsabili del fatto che queste patologie adesso siano debellate, che siano quasi sconosciute, che la maggior parte delle nuove generazioni le consideri come “una faccenda da poco”, che non abbiano esperienza del lato terribile di queste patologie. Sono ancora lì, che covano sotto la cenere. Se smettiamo di vaccinare, se la copertura non è sufficiente, torneranno ad imperversare. 

Con questo, i vaccini non sono privi di rischi. Ad esempio, possiamo permetterci di vaccinare per la poliomielite con un vaccino a virus inattivato, molto meno rischioso del vaccino per la poliomielite orale, ma anche lievemente meno efficace, perché l’Europa è stata dichiarata “polio free”. Se il calo delle vaccinazioni continuerà, potremmo essere costretti a tornare al vaccino più rischioso, ma più efficace per continuare a proteggerci.

Le complicanze più comuni che possono svilupparsi da un vaccino sono infiammazione localizzata al sito di iniezione, rash, febbre che si risolve in 24 ore, pianto inconsolabile. Molto più rare, ma molto più pericolose, sono le reazioni allergiche che si possono sviluppare. I rischi ci sono, ma sono esigui di fronte ai benefici che ne ricaviamo, per questo continuiamo a vaccinare.

Continuiamo a vaccinare perché nel 2016, nella civilissima Italia, non possiamo permetterci di avere bambini resi invalidi dal morbillo o dalla rosolia, non possiamo permetterci adulti uccisi dalla meningite, non possiamo permetterci neonati uccisi dalla pertosse.

I vaccini sono un rischio, e per quanto esiguo, è un rischio che potrebbe essere pagato in vite umane. Per quanto statisticamente infimo, il rischio di uno shock anafilattico è sempre dietro l’angolo. Le vite che perderemmo se smettessimo di vaccinare, se lasciassimo tornare le malattie contro cui ci proteggiamo, sono molte di più. 

Se poi ci mettiamo a contare chi rimarrebbe invalido, il conto sale alle stelle. Continuiamo a vaccinare perché nel 2016 non possiamo permetterci queste morti evitabili con una semplice iniezione. I vaccini non sono perfetti, ma ci proteggono. Ci proteggono da malattie debellate ma non sconfitte, che aspettano solo una breccia per tornare a diffondersi ancora, per tornare ad uccidere ancora. 

Per concludere. Chi è contrario ai vaccini urla forte, fa leva sulla paura. Usa paroloni e statistiche falsate. Usa i dati di un medico radiato per truffa, ed i cui studi sono stati completamente smentiti perché creati a tavolino, per sostenere che i vaccini causino l’autismo. (Studi del 2014 dimostrano che l’autismo ha una componente genetica, ed “inizia” nel pancione.)

Spesso, non è esattamente onesto in quello che dice, e lo sa benissimo. Vi sono rarissimi medici, infermieri o sedicenti tali, che proveranno a convincervi a non vaccinare i vostri figli, per poi vendervi il loro meraviglioso vaccino omeopatico, o la loro fantastica cura per ogni male.

Tuttavia, la comunità scientifica onesta è unanime nella sua opinione ai vaccini. E’ un tema che i professionisti sanitari, coloro ogni giorno si occupano principalmente di salvare vite umane, hanno particolarmente a cuore. La prevenzione è una parte fondamentale del perseguimento della salute. Prevenire è meglio che curare, specie se si tratta di malattie che possono facilmente condurre ad exitus. E voi di chi vi fidate, del primo ignorante che urla forte, oppure del professionista che ha studiato e continua ad aggiornarsi per essere in grado di prendersi cura di voi e della vostra salute?

Erika Nelli

Fonti

www.wired.it

www.epicentro.iss.it

www.ansa.it

www.lastampa.it

www.vaccinarsi.org

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