Spesso i bambini prematuri devono passare i primi giorni della propria vita in un lettino di terapia intensiva neonatale. In questi giorni i bambini, pur se assistiti h 24 dal personale sanitario, si trovano soli, senza i propri genitori vicini.
Nelle maggior parte delle terapie intensive neonatali i genitori sono ammessi in reparto solo per poche ore al giorno. Se da un lato questo protegge i bambini considerati più a rischio da eventuali fattori esterni che potrebbero incidere sulla loro salute, da l’altro impedisce che gli stessi “pazienti” possano beneficiare del contatto fisico di mamma e papà.
Ed è proprio per questo motivo che, durante la Prima Conferenza Nazionale per la promozione e il sostegno dell’allattamento al seno, è stato sottoscritto dal tavolo tecnico il documento “promozione dell’uso del latte materno nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale e accesso ai genitori in reparto”.
Secondo il Presidente della Società di Neonatologia: “La presenza dei genitori è indispensabile per il neonato, in particolare per quello pretermine, poiché contribuisce a creare da subito un rapporto unico tra madre e figlio, oltre a favorire l’alimentazione con latte materno. La presenza costante della famiglia accanto al neonato critico è necessaria sia per alleviare lo stress a cui è sottoposto il neonato stesso, sia per gli effetti positivi sui genitori e sulla loro relazione affettiva con il figlio. Numerosi studi clinici e scientifici hanno dimostrato che l’instaurarsi di interazioni precoci ed efficaci tra il neonato pretermine e la figura affettiva di riferimento costituisce un elemento protettivo per lo sviluppo cognitivo, emotivo e linguistico del bambino. Contrariamente, la separazione dalla mamma determina conseguenze importanti nella relazione di attaccamento, con problemi anche drammatici sullo sviluppo neurocognitivo del neonato”.
Questo documento apre finalmente le porte ai genitori nei reparti di terapia intensiva. Infatti si stanno sviluppando progetti in terapia intensiva neonatale attraverso i quali c’è il pieno coinvolgimento dei genitori nel percorso di cura del nascituro. Speriamo sia solo l’inizio di una grossa rivoluzione, la quale in Italia, a differenza di altri Paesi Europei, rallenta ad iniziare.
A cura di
Gianluca Pucciarelli
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