Assessore Borsellino, documento definitivo sulle Linee Guida per le dotazioni Organiche in VI commissione sanità. CNI-FSI “Siamo prudentemente ottimisti”
La forte carenza infermieristica sta raggiungendo livelli preoccupanti nella nostra Regione mettendo così in discussone il diritto del cittadino alle migliori cure possibili.
E i cittadini hanno così cercato di superare questa mancanza di personale rivolgendosi ad Infermieri ed operatori sanitari provenienti soprattutto dai paesi dell’est e dall’America latina, con conseguente difficoltà comunicativa che mette in discussione non la professionalità di questi operatori ma l’immediatezza di una pronta risposta assistenziale, per tali motivi le poche riunioni svoltesi in assessorato regionale sono state lunghe.
Puntuale come ogni anno poi arriva l’estate e con essa tutti i problemi legati alla carenza infermieristica negli ospedali: la questione relativa alla mancata proroga dei contratti degli Infermieri precari rimane sempre invariata nonostante l’urgenza.
E’ la situazione insostenibile denunciata dal Cni-Fsi Sicilia, Coordinamento Nazionale Infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti.
A questa situazione si aggiunge la difficoltà per gli infermieri degli ospedali siciliani di usufruire delle ferie estive. In particolare, con l’alto afflusso di turisti a Taormina, Cefalù, Catania, Palermo e Agrigento, vanno attivati i piani anticaldo e potenziato il personale infermieristico.
“I campanelli d’allarme – dichiara Calogero Coniglio, segretario regionale di Coordinamento – sono i continui reclami dell’utenza e le aggressioni per le lunghe liste d’attesa, ne sono prova gli ultimi fatti di cronaca a carico degli infermieri nei pronto soccorso.
E di conseguenza oltre ai pazienti anche il personale paga le spese della carenza di personale perchè subisce le denunce dovute anche alle carenze organizzative.
“Il personale infermieristico è già infatti carente durante il resto dell’anno, ma in estate la situazione diventa drammatica – spiega Maurizio Cirignotta, dirigente sindacale Cni-Fsi – Durante le ferie estive che devono essere garantite agli infermieri per il recupero psico-fisico non si capisce perché negli ospedali non viene predisposto un piano aziendale per fronteggiare la situazione.
Il grave rischio è delle conseguenze sull’assistenza fornita ai pazienti e sulla salute del personale”.
Lo scorso 22 giugno l’assessorato ha comunicato ai sindacati che lo schema di “Atto Aziendale” e Linee d’indirizzo regionali per la rideterminazione delle dotazioni organiche delle aziende del SSR è stato inoltrato alla VI Commissione sanità dell’Ars, per il prescritto parere, per il tramite della Giunta regionale e che i documenti sono stati implementati, tenuto conto delle proposte avanzate dalle rappresentanze sindacali.
Come per i medici e altre figure sanitarie, anche per gli infermieri, molte delle proposte presentate sono state prese in considerazione e adesso fanno parte integrante del documento definitivo che l’Assessore Borsellino ha inviato in VI Commissione.
Quasi 2 infermieri per ogni medico e un OSS circa ogni 3 posti. Gli ausiliari previsti sono 0,75 per posto letto nelle terapie intensive, 0,25 nei reparti di Riabilitazione e lungodegenza, 0,20 nelle funzioni di elevata assistenza e di 0,15 per le altre.
Sono alcune delle linee guida che l’assessorato regionale alla Salute ha inviato alla commissione Sanità dell’Ars.
“A livello di contrattazione decentrata le direzioni assieme ai sindacati, si legge nel documento, comunque, potranno assumere determinazioni al di fuori dei suddetti parametri, che costituiscono un ‘valore tendenziale’ sia in termini di minimo che di massimo, sulla base di peculiarità aziendali che dovranno essere motivate.
“Siamo prudentemente ottimisti, interverremo nuovamente in commissione regionale sanità all’Ars riproponendo i nostri documenti esposti nelle nostre audizioni per sollecitare un ulteriore innalzamento dei coefficienti, e se non ci saranno modifiche e colpi di scena sul documento definitivo, noi come CNI potremmo alla fine considerarci in parte soddisfatti – dichiara Calogero Coniglio, segretario regionale del CNI-FSI Coordinamento Nazionale Infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti – Attendiamo conferma definitiva se il progetto da noi presentato in Assessorato regionale della Salute il 23 novembre 2014 ed esposto in audizione in VI commissione regionale sanità il 10 marzo 15 concernente l’ istituzione delle U.O. di degenza infermieristica venga inserito nello schema di Atto Aziendale e Linee d’indirizzo regionali per la rideterminazione delle dotazioni organiche delle aziende del SSR.
Proprio in audizione in commissione sanità, il Presidente Di Giacomo, il componente della commissione, Gino Ioppolo (Lista Musumeci), ed altri componenti, avevano sottolineato l’importanza della proposta di apertura negli ospedali siciliani dell’unità operativa di degenza infermieristica che determinerebbe ingenti economie nelle fasi post acute dei pazienti.
Per ogni paziente si risparmierebbero 1.000 euro al giorno: un ricovero costa 1.200 euro al giorno mentre solo 200 euro in un reparto a gestione infermieristica.“
E quale sarebbe il vantaggio per gli ospedali siciliani? “Mediamente un ricovero che comprende la fase acuta e post acuta del paziente dovrebbe durare massimo 5-7 giorni – spiega Calogero Coniglio – Trasferendo i pazienti in fase post acuta nell’ ‘Unità operativa di degenza infermieristica’, si riducono i giorni di degenza e si liberano posti letto all’interno dei reparti che saranno riservati per la fase acuta di altri pazienti.
Questo comporta anche un vantaggio enorme per i pronto soccorso che avranno maggiore disponibilità di posti letto, a disposizione dei cittadini che bussano alla porta degli ospedali per essere ricoverati e che molte volte, purtroppo, devono sostare per qualche giorno anche all’interno dei nostri pronto soccorso in attesa che si liberi un posto in un reparto.
Si andrebbe così a dare la risposta a quel ‘vuoto assistenziale’ presente tra la dimissione ospedaliera e la presa in carico da parte dei servizi territoriali”.
Nel documento è stato programmato che per il personale del 118 si porrà in essere una graduale neutralizzazione del sistema attuale che prevede il ricorso prevalente al personale “in incentivazione” a fronte di una azione di graduale integrazione di personale infermieristico esclusivamente di ruolo, creando parecchi posti di lavoro.
Il documento lascia un vuoto però nell’assistenza territoriale, domiciliare e ambulatoriale dove non è ancora stato inserito la figura dell’infermiere di famiglia.
Sarebbero altre prospettive di lavoro per gli Infermieri siciliani: nessuna di queste realtà, infatti, possiede personale infermieristico dedicato, cioè a tempo indeterminato, quindi potrebbe consentire a tanti infermieri disoccupati di trovare impiego.
Su questo settore la FSI-CNI ha promosso Il disegno di legge nazionale sull’istituzione dell’Infermiere di famiglia, presentato alla Camera dei Deputati il 14 luglio 2014 scorso a firma dell’On. Fucci, che è già sul tavolo della commissione sanità alla Camera dei Deputati pronto per l’approvazione, prevede l’istituzione dell’Infermiere di famiglia in regime di convenzione con il SSN, l’infermiere di famiglia”.
Noi rimaniamo assolutamente contrari ad esternalizzare qualsiasi servizio ai privati, cooperative e società che prendono assistenza in appalto dalle aziende sanitarie e poi pagano meno le ore degli Infermieri.
Per completare il documento, dopo la valutazione della commissione, manca la redazione del verbale ufficiale per riportare le posizioni dei sindacati e gli accordi presi con la dott.ssa Maria Letizia Di Liberti, dirigente del Servizio che ha seguito i tavoli tecnici.
“Sono anni che lottiamo – conclude Coniglio, sulle problematiche assistenziali degli ospedali siciliani, in relazione alla aggressioni ospedaliere e alla carenza infermieristica e del personale delle 22 professioni sanitarie denunciate alle 9 Procure siciliane, abbiamo presentato 4 interrogazioni parlamentari anche sulle insufficienti procedure di prevenzione per contagio del virus Ebola in Sicilia, presentate alla Camera e al Senato ai Ministri Lorenzin e Alfano, le denunce alle 9 prefetture, ai sindaci, ai questori, non ultimo incontro con il Questore di Catania.
Mi sono fatto portavoce di un forte malcontento diffuso tra le professioni sanitarie di ogni sede per dare risalto alle gravi condizioni lavorative della nostra categoria e per considerare una priorità i riconoscimenti economici dovuti.
Rammentiamo al Presidente dell Regione Crocetta, l’Assessore Borsellino e alla deputazione regionale – conclude Coniglio – che già oggi 7 famiglie su 10 rinunciano alle cure perché troppo costose e, per assicurare un futuro più sereno ad una popolazione che invecchia sempre più, è necessario avviare oggi quel cambiamento in grado di assicurare a tutti quanto previsto dall’articolo 32 della Costituzione”.
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