Negli ultimi tempi il demansionamento degli infermieri è diventato un tema caldo e controverso. È tempo di fare chiarezza e rivendicare con forza le nostre competenze e il nostro ruolo fondamentale nel sistema sanitario. Non possiamo permettere che la nostra professione venga sminuita o confusa con altre mansioni. Ecco perché è cruciale comprendere e applicare le leggi che tutelano il nostro lavoro.
Le mansioni igienico-domestiche sono competenza degli oss e la legge vieta la promiscuità delle professioni. Collaborare in equipe significa rispettare le competenze di ogni professionista. Gli infermieri non devono svolgere mansioni degli oss, così come i medici non svolgono attività infermieristiche.
L’idea che per fare gavetta bisogna svolgere mansioni da oss è priva di basi legislative. La gavetta in infermieristica consiste nell’imparare a prendere in carico i pazienti, eseguire anamnesi, compilare la cartella infermieristica e somministrare scale di valutazione standardizzate. È errato pensare che fare l’igiene aiuti a valutare la cute. Le valutazioni devono essere eseguite con scale standardizzate per registrare miglioramenti o peggioramenti, non “a occhio”.
Studi scientifici dimostrano che far svolgere agli infermieri attività non infermieristiche riduce la qualità dell’assistenza e aumenta la mortalità nei reparti, danneggiando i pazienti. Prima di lasciare un paziente sporco, è responsabilità della direzione sanitaria assicurarsi che ci sia sufficiente personale di supporto. La carenza di personale porta gli infermieri a fare due lavori al prezzo di uno, peggiorando la qualità dell’assistenza.
La presenza degli oss è obbligatoria per legge. Tutte le figure funzionali devono essere presenti nei turni per garantire un elevato livello qualitativo assistenziale. La legge stabilisce chiaramente la necessità di un adeguato organico di personale. La posizione di garanzia non è esclusiva dell’infermiere, ma riguarda tutti coloro che sono in contatto diretto con i cittadini per ragioni obbligatorie. Anche l’oss è responsabile del proprio operato senza coinvolgere l’infermiere.
Il demansionamento è definito come dequalificazione di un lavoratore attraverso l’affidamento di mansioni inferiori a quelle dovute per contratto. Questa espressione giuridica non ha nulla a che vedere con la presenza o meno di un mansionario. La legge non è opinabile. Non compete all’infermiere rispondere ai campanelli dell’unità del paziente, usare padelle o pappagalli per l’igiene del malato o rassettare il letto.
Quando il paziente è critico, è essenziale evitare di toccare con mani contaminate i vari presidi collegati al paziente. In terapia intensiva l’infermiere controlla i parametri vitali, mentre l’oss esegue l’igiene, secondo i principi del risk management.
Le competenze sono definite dalla legge e non dagli obiettivi di tirocinio o dalle diagnosi infermieristiche. Queste ultime servono per pianificare l’assistenza con interventi specifici da parte di chi ha le competenze adeguate. Non importa se un infermiere si sente o meno demansionato: il demansionamento è un illecito ben definito dalla legge.
In campo infermieristico ci sono circa 42 sentenze, tutte vinte dagli infermieri che hanno denunciato le proprie aziende. Se la realtà non rispecchia la legge, deve essere denunciata al tribunale del lavoro per ripristinare la legalità.
È fondamentale che ogni infermiere conosca e rispetti le proprie competenze, lavorando in armonia con gli oss e gli altri professionisti sanitari, ma senza farsi carico di mansioni che non gli competono per legge. Questo garantisce non solo la qualità dell’assistenza ai pazienti, ma anche il rispetto della nostra professione. Difendiamo insieme la nostra dignità professionale e assicuriamoci che le norme siano rispettate. Per il bene di tutti.
Marco Bigherati
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