“Un’altra sentenza a favore degli infermieri si aggiunge alla battaglia sindacale per la conquista dei diritti negati ai professionisti della salute”. Salvatore Vaccaro, segretario territoriale di Nursind Catania, commenta così la vittoria ottenuta con la pronuncia del giudice del lavoro del Tribunale di Catania, che nell’udienza del 14 giugno 2024 ha emesso una sentenza di risarcimento danni per demansionamento, conseguente alla mancata assegnazione esclusiva allo svolgimento di mansioni corrispondenti al profilo in favore degli iscritti al sindacato in servizio nel reparto di Chirurgia generale dell’ospedale Cannizzaro di Catania e difesi dall’avvocato Domenico De Angelis.
“Questa ulteriore sentenza – continua Vaccaro – pone il giusto freno contro il sistema demansionante delle aziende sanitarie, che da anni sfruttano gli infermieri, non assumendo oss o assumendoli in misura insufficiente. Il lavoro che stiamo facendo come sindacato è legato non tanto al risarcimento del danno, quanto a eliminare una piaga che ormai da troppi anni affligge la professione infermieristica, ma ancora una volta si è reso necessario ricorrere alle vie giudiziarie”.
Nell’impianto della sentenza il giudice, entrando nel merito, ha tenuto conto sia delle prove documentali che delle testimonianze. Rispetto a queste ultime, in particolare, ha ritenuto esaustive e dettagliate le testimonianze rese a favore dei ricorrenti, mentre ha ritenuto poco attendibili e generiche quelle rese a favore dell’Azienda.
L’assenza di figure di supporto (oss) ha determinato una situazione per cui gli infermieri hanno dovuto svolgere sempre in maniera marginale e affrettata le mansioni proprie della qualifica professionale, mentre in maniera prevalente hanno dovuto svolgere attività di assistenza diretta dei pazienti, in sostanza disimpegnandosi in mansioni igieniche, domestiche e alberghiere.
E’ stato confermato dunque il consolidato orientamento giurisprudenziale secondo il quale l’infermiere che venga adibito in maniera prevalente allo svolgimento di mansioni che non rientrano nel proprio inquadramento professionale, ritrovandosi per lunghi periodi a svolgere compiti propri del personale inferiore con altro inquadramento, con evidente nocumento alla propria immagine professionale, ha diritto a essere risarcito.
Infatti, come riportato nella sentenza, “la situazione rappresentata incide sull’immagine della dignità professionale dei ricorrenti ed è tra l’altro anche facilmente visibile e rilevabile da parte dell’utenza, che non riesce quindi a distinguere la figura dell’infermiere da quella degli altri profili impegnati nell’assistenza del paziente, quali appunto l’ausiliario oss”.
Inoltre l’inadempimento datoriale ha comportato in questo caso un danno da perdita della professionalità, che può consistere sia nell’impoverimento della capacità professionale sia nel pregiudizio subito per la perdita di chance, ossia di ulteriori possibilità di guadagno e/o occupazionali.
Il giudice, accertato l’avvenuto demansionamento, ha disposto in favore degli infermieri ricorrenti il risarcimento del danno non patrimoniale da parte dell’AO Cannizzaro nella misura del 10% per ciascun mese, a decorrere dal 14 febbraio 2012 e sino al mese di marzo 2022. E poi al 5% del trattamento retributivo mensile onnicomprensivo, corrisposto ai ricorrenti nel periodo di permanenza ed effettiva presenza presso l’Uoc di Chirurgia generale. Parliamo di diverse migliaia di euro per ogni infermiere (per alcuni anche oltre i 30.000).
“È una vittoria veramente importante per la tutela della professione infermieristica, molto e troppo spesso svilita, dalle condotte delle aziende sanitarie che distolgono gli infermieri dall’esercizio della loro professione intellettuale, per adibirli a mansioni ausiliarie e di supporto”, ha commentato l’avvocato De Angelis.
Redazione Nurse Times
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