La presidente nazionale IPASVI Barbara Mangiacavalli interviene attraverso un comunicato dove afferma che: “E’ ora di smetterla con una informazione inesatta e generalista che colpisce indiscriminatamente e, purtroppo, con eccessiva frequenza, una categoria di professionisti che sono invece riconosciuti da tutti, per primi i pazienti che esprimono quotidianamente il loro altissimo apprezzamento, come tutori dell’integrità psicofisica e sociale degli assistiti, soprattutto se fragili”.
La presidente nazionale degli infermieri, prende una dura posizione contro la generalizzazione messa in atto da parte di alcuni mass media, ultimo caso quella svoltasi durante la puntata di martedì 16 febbraio nel programma di Rai1 ‘La vita in diretta’, in cui in particolare “abbiamo assistito all’ennesimo atto di leggerezza: la descrizione dei responsabili di atti indegni ha di fatto incolpato solo gli infermieri affermando che ne sarebbero stati arrestati ben 14 per i recenti fatti relativi ad aggressioni a Decimomannu (Cagliari) a discapito di pazienti disabili”.
La verità è che, dei 14 arresti, nove riguardano OSS che con gli infermieri non hanno nulla a che fare, mentre i restanti sono il direttore amministrativo e il responsabile del centro sotto accusa, un educatore professionale e un solo infermiere, appunto.
L’accaduto lascia sconcertati anche gli infermieri del Collegio IPASVI di Cagliari che esprimono riprovazione per gli odiosi reati contestati dai Carabinieri dei Nas perché le accuse ipotizzate non fanno parte né della cultura né della professionalità degli infermieri che ogni giorno, con abnegazione e spirito di sacrificio, dedicano le loro energie alla cura e all’assistenza di chi vive la fragilità della malattia o della disabilità.
“Non è infermiere chi tradisce così la professione e il giuramento che per questa ha fatto – tuona Pierpaolo Pateri – e soprattutto non è infermiere chi tradisce quel patto con i cittadini che è alla base della nostra attività. Le mele marce rovinano la professione, e gli infermieri, quelli veri, non tollerano paragoni di questo tipo e soprattutto non accetteranno mai che i pazienti possano avere anche il minimo dubbio su quello che gli infermieri sentono come primo compito: prendersi cura di loro”.
“Il principale fraintendimento dei mezzi di comunicazione, che ha raggiunto ormai livelli odiosi e intollerabili – sottolinea ancora la presidente della Federazione IPASVI – avviene quando si utilizza la qualifica di infermiere, che appartiene a oltre 430mila professionisti della salute laureati e integerrimi, attribuendola erroneamente a personale ausiliario, a OSS o ad altri operatori tecnici che, negli ultimi casi di violenza sui pazienti, si sono tacciati di azioni ignobili non solo per un’attività sanitaria, ma anche e soprattutto dal punto vista umano e morale; inoltre, I direttori delle testate nazionali e locali, della radio, della televisione e delle agenzie responsabili di ciò che da esse viene diffuso, dovrebbero intervenire, così come intervengono i responsabili della nostra professione, per scongiurare ulteriori pestaggi mediatici nei confronti di professionisti che, per come operano ogni giorno a fianco dei più deboli, certamente non lo meritano”.
“Chiedo anche – conclude Barbara Mangiacavalli – un intervento diretto e immediato delle istituzioni, e del ministero della Salute per primo, affinché vigilino sulle professioni sanitarie, perché fa parte dei loro compiti difendere e tutelare l’immagine di un servizio pubblico, che opera solo nell’interesse dei cittadini, e degli operatori che ne fanno parte e che ogni giorno dedicano se stessi, anche dal punto di vista umano e non solo professionale, alla salute dei cittadini”.
Savino Petruzzelli
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