L’esame, sperimentato con successo dai ricercatori dell’Istituto di Ricerca dell’Oasi di Troina, permette di ridurre significativamente i tempi di risposta.
Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Ricerca dell’Oasi di Troina (Enna) ha sperimentato con successo una procedura di raggruppamento dei tamponi orofaringei e nasofaringei per il rilevamento di SARS-CoV-2 (eseguiti prima del ricovero in ospedale utilizzando il test RT-PCR rapido). In pratica, vengono riuniti in un’unica provetta da due a quattro campioni prelevati da diversi soggetti e poi processati. Solo nel caso in cui l’esame dovesse generare una positività per SARS-CoV-2 vengono eseguiti test individuali.
L’utilizzo di test pool soddisfa perfettamente i criteri di ottimizzazione, in quanto consente l’analisi simultanea di diversi campioni biologici. Questa strategia è già stata dimostrata e ampiamente adottata con successo in numerosi studi eseguiti con altri metodi. “Per eseguire i test – dice il dottor Francesco Calì, responsabile del Laboratorio di Genetica molecolare dell’IRCCS Oasi – sono state utilizzate contemporaneamente tre piattaforme VitaPCR SARS-CoV-2 (Menarini Diagnostics e Credo Diagnostics Biomedical)”.
Il test di diagnostica molecolare RT-PCR è stato utilizzato per la determinazione semiquantitativa dell’Rna virale in tamponi orofaringei e nasofaringei. Questa tecnica consente di sottoporre a screening un numero elevato di persone con tempi di risposta del campione in 20 minuti e, nel nostra caso specifico, permette di processare fino a 36 campioni ogni ora. Dei 2.251 tamponi analizzati nel periodo dal 28 settembre 2020 al 3 dicembre 2020, 52 (2,31%) sono risultati positivi mentre 2199 (97,69%) sono risultati negativi. Grazie all’utilizzo di tre dispositivi VitaPCR e all’analisi aggregata è stato possibile analizzare giornalmente un numero elevato di soggetti (fino a 123 soggetti/giorno).
“Questa strategia – continua Calì – ci ha inoltre consentito di ridurre significativamente i tempi di risposta, i costi dei singoli esami e i costi del personale, mantenendo gli stessi standard di sensibilità dei test. Inoltre, non meno importante, soprattutto per la specificità del nostro Istituto che tratta pazienti affetti da disabilità intellettiva e demenza, la possibilità di essere ricoverati in ospedale lo stesso giorno in cui viene eseguito il tampone”.
Questo studio, pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health, è stato sostenuto finanziariamente dal ministero della Salute, Ricerca Corrente 2020, e dai fondi ricavati dal Cinque per mille. A questo studio hanno partecipato, oltre al dottor Calì, altri professionisti e ricercatori: Antonino Musumeci, Mirella Vinci, Francesca L’Episcopo, Alda Ragalmuto, Vincenzo Neri, Michele Roccella, Giuseppe Quatrosi e Luigi Vetri.
Da quando è iniziata l’epidemia di Covid-19 l’IRCCS Oasi di Troina ha aumentato gli sforzi scientifici in quest’ambito, soprattutto in termini di prevenzione, controllo e vigilanza, considerato che ha rappresentato uno dei maggiori cluster della Sicilia durante la piena emergenza sanitaria. Infatti è anche in corso un ulteriore studio denominato “Polimorfismi genetici umani e suscettibilità alla pandemia da SARS-CoV-2”, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell’Università di Catania.
Quest’ultimo studio prevede l’analisi genotipica di polimorfismi dei geni TMPRSS2 e CCR5 in una coorte di pazienti affetti da coronavirus (asintomatici e gravi), che coinvolge anche casi familiari con diversa suscettibilità o risposta all’infezione. Tali analisi genetiche si prevede possano consentire l’identificazione di specifiche varianti alleliche che determinano “resistenza” all’infezione virale e l’identificazione di varianti alleliche associate ad una sintomatologia clinica più grave.
Redazione Nurse Times
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