Questa la conclusione a cui sono giunti gli autori di uno studio condotto a Siena.
Uno studio dell’Università di Siena e dell’Aou Senese ha dimostrato la persistenza sul vaccino a mRna Pfizer della “risposta immunitaria di cellule B di memoria, specifiche per la proteina Spike del SARS-CoV-2, sei mesi dopo la vaccinazione”. La ricerca è stata condotta su 145 soggetti sani e vaccinati nell’ambito dello studio Immunovac, e i dati completi sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Immunology.
“I vaccini a mRna contro il SARS-CoV-2 hanno dimostrato elevata efficacia e immunogenicità, ma rimane ancora da stabilire quanto a lungo persista la risposta immunitaria – spiega la professoressa Donata Medaglini, promotrice della ricerca –. Buone notizie arrivano dai nostri studi, tra i primi a dimostrare la persistenza a lungo termine di cellule B di memoria, che contribuiscono a fornire una risposta alla domanda aperta sulla durata della memoria immunologica al vaccino Pfizer e sulla possibile necessità e tempistica di ripetute dosi di richiamo di un vaccino Covid-19 in soggetti sani”.
Conclude Medaglini: “Questi dati dimostrano che il vaccino Pfizer stimola una persistente risposta di cellule B di memoria, nonostante un progressivo e fisiologico declino dei titoli anticorpali. Queste cellule sono cruciali per una rapida risposta a un eventuale incontro con il virus, quando saranno riattivate e capaci di produrre una nuova ondata di anticorpi anti Spike”.
Redazione Nurse Times
- Fials, Nursind e Nursing Up sulle prestazioni aggiuntive in Lombardia: “Noi dalla parte dei professionisti. Altri dalla parte della propaganda”
- Uil Fpl: “Tagliata la formazione degli infermieri. L’effetto assistente infermiere è già realtà”
- Dall’autismo alla schizofrenia: l’ossitocina alla nascita può ridurre il deficit
- Campania, nuovo inizio per l’infermieristica oncologica: nasce il gruppo regionale AIIAO guidato dal dottor Rocco Capasso
- Asst Brianza: concorso per 20 posti da infermiere
Lascia un commento