L’okay dell’Ente uropeo per i medicinali dovrebbe arrivare oggi, nonostante i dubbi sulla portata dell’efficacia.
In queste ore si attende il verdetto dell’Ema, l’Ente europeo per i medicinali, sull’autorizzazione all’uso nell’Ue del vaccino anti-Covid di AstraZeneca, già in uso in alcuni Paesi (Gran Bretagna, Messico, India), ma caratterizzato da un’efficacia minore rispetto agli altri due in circolazione, calcolata attorno al 62%, e solo per le persone di età inferiore ai 65 anni. Sopra quella soglia, nessuno sa precisamente quanto protegga.
Fino all’ultimo i vertici dell’ente stanno valutando due strade: un sì pieno al vaccino per qualunque fascia di età oppure solo per i più giovani. Secondo le informazioni raccolte dalla Stampa, oggi ci sarà un sì pieno, lasciando però a ciascuno dei 27 Paesi Ue la libertà di limitarlo (o consigliarlo) ai più giovani.
È quel che ieri ha fatto la Germania, anticipando il verdetto, e che l’Aifa potrebbe decidere a giorni per l’Italia, ma solo dopo la decisione europea. L’Ema dirà che il rapporto rischi benefici sulle persone anziane “è comunque positivo” e che la sperimentazione evidenzia “un minor tasso di ospedalizzazione”. In estrema sintesi, pur non essendo efficace come le dosi di Pfizer e Moderna, il siero AstraZeneca non fa male e riduce il rischio di morire per Covid.
Per gli standard di un ente che autorizza farmaci, tuttavia, questa approssimazione non è la normalità. La procedura adottata è definita “di emergenza” e giustificata solo dalla lotta alla pandemia. Il farmaco potrebbe persino avere un’efficacia più alta di quella finora emersa, ma per una risposta più precisa occorre tempo.
Il pasticcio, ormai noto ai più, risale al 2020, durante la somministrazione della prima dose su 10mila volontari in Gran Bretagna, risultata inferiore a quanto deciso sulla carta. Per sistemarla – così dicono molti esperti – i vertici di AstraZeneca sono ricorsi a scuse e argomenti poco credibili. Per questo l’autorità di controllo americana, la Food and Drug Administration (Fda), ha deciso di sospendere l’autorizzazione fino a quando non sarà completata una nuova fase tre su 30mila persone.
L’Ema, pressata dalle cancellerie europee per l’okay di emergenza, si è accontentata di raccogliere i dati di un’ulteriore sperimentazione su 10mila volontari in Brasile. Per essere più ottimisti sulle qualità del vaccino c’è sempre tempo: una fonte dell’Ema spiega che avverrà dopo aver acquisito i dati al momento sotto l’analisi dell’Fda. E sempre che nel frattempo cali la tensione fra la Commissione europea e l’azienda.
Redazione Nurse Times
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